Quattrocentocinquanta milioni di anni fa una potente esplosione spaziale avrebbe dato il via alla grande estinzione dell'Ordoviciano.
Sarebbe stato un lampo di raggi gamma, una delle più potenti esplosioni dell'Universo, a provocare la grande estinzione dell'Ordoviciano che 450 milioni di anni fa causò la scomparsa di circa il 60% delle specie marine.
A disegnare questo scenario in un articolo pubblicato sulla rivista "Astrophysical Journal Letters", alcuni ricercatori della NASA e dell'Università del Kansas guidati da Brian Thomas. Secondo i loro calcoli, un lampo di raggi gamma che si fosse originato a circa 6000 anni luce di distanza dalla Terra potrebbe aver avuto un impatto devastante sulla vita del pianeta. La radiazione avrebbe eliminato circa la metà dello strato di ozono e sarebbero serviti circa cinque anni perché lo scudo atmosferico tornasse a un buon livello di copertura. Nel frattempo, le radiazioni solari non più schermate dall'atmosfera avrebbero colpito la superficie causando la morte di gran parte delle specie animali e vegetali.
Secondo i ricercatori sarebbe stato sufficiente un lampo di una durata di dieci secondi per provocare questi effetti disastrosi sulla vita terrestre all'epoca. In quella lontana era geologica, la gran parte delle forme di vita viveva nei mari, mentre sono rimaste scarse testimonianze di piante terrestri. Gli scienziati hanno calcolato che i lampi di raggi gamma nella Galassia sono piuttosto rari, ma negli ultimi miliardi di anni almeno uno esploso nelle vicinanze del nostro Sistema solare avrebbe potuto colpire la Terra.
Usando simulazioni al computer, gli scienziati hanno anche osservato che l'impatto dei raggi gamma è capace di rompere l'azoto molecolare in atomi di azoto che, reagendo con l'ossigeno molecolare, avrebbero potuto formare ossido di azoto, che a sua volta distrugge l'ozono. In poche settimane, la metà della copertura di ozono sarebbe stata distrutta e a cinque anni ancora il 10% non si sarebbe riformato.
I sistemi di sbarramento stanno causando un profondo impatto sull'ambiente e modificano il trasporto dei sedimenti al mare.
Mappe dettagliate del polo nord lunare confermano la presenza di siti soleggiati per tutto l'anno.
L'impresa è riuscita a Cesare Galli del laboratorio di tecnologie della riproduzione di Cremona.
Ricercatori italiani hanno scoperto che la gravità viene analizzata dal sistema di equilibrio del cervello e non solo dal sistema visivo.
L'esame della luce delle quasar sembra indicare che nel corso del tempo il valore della costante di struttura fine è cambiata.
La missione XSS-11 dell'Air Force americana vuole dimostrare la capacità della sonda di avvicinarsi ai satelliti in orbita.
Il settimo programma quadro prevede investimenti per 67 miliardi di euro in sette anni.
America e Europa stanno preparando la nuova generazione di telescopi ottici terrestri, con una risoluzione maggiore di Hubble.
La popolazione del vecchio continente crescerà fino al 2025 grazie agli immigrati: poi scenderà fino al 2050.
L'ESA vuole far scendere alcune sonde sulla superficie marziana entro il 2013.
La ricostruzione al computer del suo cranio sembra dimostrare che si tratti dell'ominide più antico mai scoperto fino a oggi.
Un ingegnere australiano ha progettato centrali eoliche in grado di sfruttare una fonte di energia perenne: i venti della troposfera.
Il poeta fiorentino anticipò gli studi di Galileo e anche quelli di Einstein?
I primi bovini geneticamente modificati con un gene di un batterio sono frutto di una ricerca americana.
I calcoli di astronomi inglesi svelano che nei sistemi planetari scoperti fino a oggi potrebbero esistere pianeti rocciosi.
I fertilizzanti chimici portati dalle acque del Mississippi creano bolle anossiche nelle acque del Golfo del Messico.
Coperta di diamante, la retina artificiale è protetta dal liquido che copre l'occhio.
La Banca Mondiale ha disegnato una mappa particolareggiata dei paesi nei quali è più alto il rischio di disastri naturali.
Il gas a effetto serra continua ad accumularsi nell'atmosfera, anche se a ritmi più lenti.
Uno studio di due agenzie specializzate delle Nazioni Unite lancia l'allarme: stiamo sfruttando troppo le risorse terrestri.