La Banca Mondiale ha disegnato una mappa particolareggiata dei paesi nei quali è più alto il rischio di disastri naturali.
Ricercatori della Banca Mondiale hanno individuato quelle che si possono definire le aree maggiormente a rischio catastrofe del pianeta. La speranza è che questo tipo di studio aiuti le organizzazioni internazionali a realizzare piani di intervento in grado di gestire i disastri naturali limitando i danni al minimo.
Fino a oggi i principali contributi allo studio dei disastri riguardavano serie storiche di catastrofi raggruppate per paese. Le serie storiche però non possono predire i futuri disastri. "Anzi, questi dati non riflettono nemmeno come sono cambiati nel corso del tempo parametri molto importanti per determinare l'intensità degli impatti delle catastrofi quali la densità di popolazione, la ricchezze" dice Maxx Dilley della Columbia University di New York uno degli autori dello studio.
Dilley e altri ricercatori della Banca Mondiale hanno diviso il pianeta in 8 milioni di celle di circa 25 chilometri quadrati l'una. Poi hanno cercato di individuare per ogni cella il rischio di danni umani ed economici causati da sei tipi di catastrofi dai tifoni alle frane. Infine hanno individuato i siti più a rischio.
I paesi più vulnerabili sono il Bangladesh, il Nepal, il Burundi, Haiti e Taiwan. Qui, il 90% della popolazione è a rischio di essere colpita da due catastrofi diverse. La Banca Mondiale conta di usare queste mappe per identificare i paesi che necessitano di maggior aiuto, in modo da implementare un approccio preventivo ai disastri e non reattivo.
Questo significa ad esempio costruire edifici antisismici in paesi colpiti spesso da terremoti o fornire le case quantomeno di una assicurazione che ne copra i danni. La Banca Mondiale intende anche incoraggiare i governi a investire in misure che riducano il rischio di danni provocati da inondazioni o cicloni, garantendo prestiti specifici solo a quei paesi che hanno precisi piani di gestione del rischio catastrofi.
La popolazione del vecchio continente crescerà fino al 2025 grazie agli immigrati: poi scenderà fino al 2050.
L'ESA vuole far scendere alcune sonde sulla superficie marziana entro il 2013.
Quattrocentocinquanta milioni di anni fa una potente esplosione spaziale avrebbe dato il via alla grande estinzione dell'Ordoviciano.
La ricostruzione al computer del suo cranio sembra dimostrare che si tratti dell'ominide più antico mai scoperto fino a oggi.
Un ingegnere australiano ha progettato centrali eoliche in grado di sfruttare una fonte di energia perenne: i venti della troposfera.
Il poeta fiorentino anticipò gli studi di Galileo e anche quelli di Einstein?
I primi bovini geneticamente modificati con un gene di un batterio sono frutto di una ricerca americana.
I calcoli di astronomi inglesi svelano che nei sistemi planetari scoperti fino a oggi potrebbero esistere pianeti rocciosi.
I fertilizzanti chimici portati dalle acque del Mississippi creano bolle anossiche nelle acque del Golfo del Messico.
Coperta di diamante, la retina artificiale è protetta dal liquido che copre l'occhio.
Il gas a effetto serra continua ad accumularsi nell'atmosfera, anche se a ritmi più lenti.
Uno studio di due agenzie specializzate delle Nazioni Unite lancia l'allarme: stiamo sfruttando troppo le risorse terrestri.
L'età stimata fino a oggi sulla base dei crateri di impatto potrebbe essere sbagliata: molti crateri infatti sarebbero stati calcolati male.
Onde d'urto causate da scontri tra protogalassie potrebbero aver originato le prime stelle.
Frutto di una collaborazione internazionale, lo strumento scientifico sarà lanciato il prossimo giugno dalla base russa di Bajkonur.
L'errore è stato ammesso dalla multinazionale Syngenta che però sottolinea che non ci sono rischi per la salute umana.
Il riscaldamento globale spinge i volatili a cambiare rotta e questo genera una catena che influenza la biodiversità delle specie acquatiche.
Una colla naturale favorisce la grande diffusione della Caulerpa taxifolia che sta infestando le coste mediterranee.
I telescopi dell'ESO hanno individuato un gruppo di stelle con una massa 100 000 volte quella del nostro Sole.
Il telescopio Spitzer ha rilevato il calore emesso sotto forma di infrarossi da due lontani giganti gassosi.
Un successo i primi esperimenti della NASA per robot nanotecnologici.