La Commissione riflette sulla debacle dei premi Nobel con sei vincitori americani e due israeliani.
Mancanza di investimenti, scarsa innovazione e scarsa mobilità. Sono queste le cause della debacle europea quest'anno nel campo dei premi Nobel per la fisica, la medicina e la chimica, conquistati da sei scienziati americani e due israeliani. "C'è un ritardo in tema di investimenti, di capacità di innovazione e nel tradurre i risultati della ricerca in competitività industriale e c'è un ritardo in termini di premi Nobel", spiega Fabio Fabbi portavoce della Commissione europea per la Ricerca.
"Il problema è che l'Europa non è uno stato federale e quindi c'è carenza di circolazione di scienziati al suo interno. Certi programmi nazionali non sono necessariamente aperti a scienziati di altri paesi dell'Unione", aggiunge Fabbi.
Della stessa opinione, Etienne-Emile Baulieu, presidente dell'Académie française des Sciences. Secondo lui, "è difficile far viaggiare i nostri scienziati e per quelli francesi c'è anche l'handicap della lingua". Un altro tema evidenziato da Fabbi è la carenza degli investimenti. "Ogni anno gli USA investono 120 miliardi di euro in più nella ricerca rispetto all'Unione Europea".
Per rimediare a questo gap, è necessario che i singoli Stati imparino a non tagliare per prima cosa i fondi alla ricerca in caso di difficoltà finanziarie. Ma un rapporto dell'Observatoire des sciences et techniques (OST) per il 2004 sottolinea comunque che, un po' dappertutto, i finanziamenti pubblici alla ricerca sono in calo, con punte del -26% in Finlandia, del -24% in Danimarca, del -20% in Svezia e tra il -10 e il -20% in Germania, Francia e Paesi Bassi. Secondo i dati raccolti dai Democratici di Sinistra sulle ultime finanziarie, in Italia il calo dell'investimento pubblico e privato in ricerca è stato di circa il 17% tra il 2001 e il 2004.
Anche gli investimenti privati sono ridotti: nell'Unione le imprese finanziano circa la metà delle spese per la ricerca, contro i due terzi degli Stati Uniti e i tre quarti del Giappone.
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