L'indizio cruciale è stata la velocità della stella compagna, tre volte superiore a quella delle altre stelle vicine.
Un gruppo di ricercatori di vari paesi ha annunciato la scoperta di una stella che dovrebbe essere la compagna di una supernova osservata dall'astronomo danese Tycho Brahe nel 1572. Secondo i ricercatori, guidati da Pilar Ruiz-Lapuente dell'Università di Barcellona, la scoperta conferma quanto si pensava da tempo delle supernove di tipo Ia e cioè che fanno parte di sistemi binari.
Questi sistemi sono composti da stelle normali e da una nana bianca: la stella rovescia materia in direzione della nana bianca, causando la titanica esplosione. In un articolo sulla rivista "Nature", si spiega che lo studio permetterà di capire meglio i meccanismi legati allo sviluppo di queste stelle.
La scoperta della compagna superstite è avvenuta dopo un'attenta analisi della vasta nube di gas incandescente lasciata dall'esplosione. Il cuore di tutto è stata però l'analisi del moto delle stelle vicine effettuata dal telescopio spaziale Hubble. La stella compagna a quanto pare si muove infatti a velocità tre volte superiori rispetto alle altre nella regione. Una velocità guadagnata grazie all'esplosione della nana bianca, che l'ha scagliata nello spazio ad alta velocità.
Ulteriori analisi spettrometriche hanno permesso di evidenziare che la stella contiene elementi pesanti. La stella è una versione invecchiata del nostro Sole e sta per entrare nella fase di gigante rossa, che è quella finale per un astro di quel tipo. Brahe individuò la supernova nel novembre del 1572 nella costellazione di Cassiopea, segnalando che era luminosa quanto Giove. Per due settimane, venne osservata anche di giorno finché non scomparve completamente dalla vista 16 mesi dopo la prima osservazione.
Le tracce del prodotto scoperte in un vasetto di 1800 anni fa.
Io, Ganimede e Callisto si allineano per offrire una spettacolare immagine del gigante del Sistema solare.
I raccolti dei cereali sono in crisi in tutto il mondo, colpa dei problemi legati ai cambiamenti climatici. E questo potrebbe riflettersi sui prezzi.
Calo dell'80% in pochi decenni del krill, l'anello principale della catena alimentare dei mari antartici.
L'esplosione di una supernova 2 milioni e 800 mila anni fa potrebbe aver causato i cambiamenti climatici che spinsero gli ominidi ad abbandonare le foreste.
La reazione a catena controllata scoperta nelle rocce ricche di uranio di Oklo è dovuta alla presenza di acqua.
Quattro anni di studi hanno dimostrato che il riscaldamento globale inizia a mostrare i suoi effetti sulla regione artica.
Il passaggio ravvicinato della sonda Cassini-Huygens non ha ancora svelato del tutto le caratteristiche della superficie della luna di Saturno.
La straordinaria attività registrata da ricercatori tedeschi non può essere però l'unica causa del riscaldamento globale.
Battezzato Homo floresiensis, appartiene alla grande famiglia dell'Homo erectus.
La Commissione riflette sulla debacle dei premi Nobel con sei vincitori americani e due israeliani.
La rivista "Newsweek" ha scelto le dieci tecnologie di domani che potrebbero cambiare radicalmente il nostro modo di vita.
Un vetrino da laboratorio con cellule cerebrali di un ratto è riuscito a pilotare con successo un simulatore di un aereo americano.
Le maree potrebbero favorire gli eventi sismici, almeno secondo un articolo pubblicato sulla rivista "Science".
Buona qualità, ma scienza insegnata senza alcun rapporto con la società. Ecco i problemi dei testi scientifici italiani.
Secondo i sindacati, l'Agenzia Spaziale Italiana attraversa un periodo difficile e intanto una proposta di legge vuole assegnarla al controllo della Presidenza del Consiglio.
Recenti analisi demografiche dimostrano che il tasso di fecondità più alto si ha in quei paesi dove il numero di matrimoni è minore.
Si tratta di astri con un movimento inusuale che potrebbero aver alterato la loro orbita per effetto dei bracci della Via Lattea.
Un gruppo di ricercatori guidati da Ignazio Ciufolini pubblica su "Nature" i risultati delle sue misurazioni dell'effetto di trascinamento dello spazio previsto dalla relatività.