Battezzato Homo floresiensis, appartiene alla grande famiglia dell'Homo erectus.
Era alto poco più di un metro, aveva un cranio dalle capacità limitate e i suoi tratti erano a metà tra quelli dei primi ominidi e i moderni Homo sapiens. Ma appartiene a una specie tutta nuova e particolare che visse sull'isola indonesiana di Flores almeno fino a 18 000 anni fa. Sono queste le caratteristiche principali del nuovo ominide scoperto da un gruppo di ricercatori australiani e indonesiani nei sedimenti di una caverna nei pressi della località di Liang Bua. A dare la notizia del ritrovamento è la rivista "Nature" che dedica la sua copertina al ritratto del cranio, quasi del tutto intatto di questo nuovo membro della nostra famiglia battezzata Homo floresiensis, dal nome dell'isola sulla quale sono venuti alla luce i suoi resti.
Autore della scoperta è Peter Brown dell'University of New England di Armidale (Australia). Il ritrovamento di questi resti appartenenti a una donna, un cranio completo di mandibola e dentatura e altre ossa tra cui parte del bacino, la tibia e il femore, rappresenta per la paleoantropologia un vero e proprio enigma. I tratti di questo ominide sono infatti a metà strada tra quelli dei primi Homo erectus, e quelle delle forme di ominidi più moderni. Con in più alcune caratteristiche del tutto particolari, come la sua ridotta statura che potrebbe rappresentare una forma di adattamento di questo ominide all'isolamento.
Ma a destare interesse è soprattutto l'età di questi reperti. Lo scheletro, molto fragile e non ancora fossilizzato, risale infatti ad appena 18 000 anni fa e altri resti non completi sono stati datati a un periodo compreso tra i 95 mila e i 12 mila anni fa, quando l'eruzione di un vulcano probabilmente portò la specie all'estinzione insieme agli elefanti pigmei che cacciava. Questo in termini antropologici significa che praticamente fino a ieri sulla Terra esistevano ancora ominidi diversi dal sapiens che occupavano delle particolari nicchie ecologiche.
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