Collisioni tra asteroidi grandi come catene montuose all'origine della nascita dei piccoli pianeti rocciosi.
Le collisioni all'origine della formazione dei pianeti rocciosi sono particolarmente violente. A dirlo un gruppo di ricercatori dell'Università dell'Arizona di Tucson, che pubblicherà a breve un articolo sulla rivista "Astrophysical Journal". In attesa della pubblicazione, i ricercatori hanno presentato il loro lavoro a un workshop organizzato dalla NASA.
I dati sono stati ottenuti attraverso il telescopio spaziale a raggi infrarossi Spitzer dell'agenzia spaziale americana. Il telescopio ha osservato un gruppo di circa 266 stelle molto vicine al Sole, 71 delle quali circondate da un disco di detriti. Fino a oggi si erano potuti esaminare pochi sistemi stellari oltre al nostro e quindi non si era sicuri quanto i processi di formazione del Sistema solare fossero simili a quelli degli altri.
Una teoria ad esempio spiegava che i pianeti nascono dalle collisioni tra la materia che forma i dischi di polvere attorno alle stelle, attraverso un processo di crescita graduale. Le osservazioni di Spitzer, invece, mostrano che questo processo è più violento: ci sono collisioni giganti attorno a stelle considerate troppo vecchie per poter avere un disco di polveri. Infatti, il telescopio ha individuato dischi attorno ad astri vecchi di 330 milioni di anni. Questi dischi però sono molto vicino alla stella e in meno di un milione di anni le polveri dovrebbero essere attratte dalla gravità verso la superficie dell'astro. La presenza dei dischi, quindi, si spiega con un processo in corso che continuamente rifornisce il disco stesso di polvere. E l'unico modo per rifornirlo sembrano essere degli scontri tra oggetti del diametro di centinaia di chilometri.
"Si tratta di eventi catastrofici — spiega uno dei ricercatori, George Rieke — che probabilmente si sono verificati anche nel nostro Sistema solare". Si pensa infatti che la Luna sia il risultato di un impatto tra un corpo grande come la Marte e la Terra.
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