Un gruppo di ricercatori guidati da Ignazio Ciufolini pubblica su "Nature" i risultati delle sue misurazioni dell'effetto di trascinamento dello spazio previsto dalla relatività.
L'effetto di trascinamento dello spazio, noto come effetto Lense-Thirring, è stato calcolato da un gruppo di ricercatori guidati da Ignazio Ciufolini dell'Università di Lecce. In un articolo pubblicato sulla rivista "Nature", Ciufolini spiega di aver osservato questo effetto analizzando le orbite di due satelliti della NASA, chiamati LAGEOS e LAGEOS 2, in un periodo di 11 anni grazie a degli strumenti laser che hanno consentito una precisione nell'ordine dei millimetri.
Questo effetto è previsto all'interno della teoria della relatività generale di Einstein. Secondo i calcoli del grande scienziato, la gravità può essere vista come una curvatura dello spazio causata dagli oggetti: se l'oggetto in questione ruota, come ad esempio un pianeta, allora l'effetto sullo spazio dovrebbe essere quello di una distorsione simile al mulinello creato da un tornado.
Nel suo articolo su "Nature", Ciufolini spiega di aver ottenuto un risultato che è pari al 99% di quello previsto dalla relatività generale, con un errore che può oscillare attorno al 10%. "Questo risultato — spiega in un articolo di commento Neil Ashby dell'Università del Colorado a Boulder — è la prima misurazione accurata di questo effetto". Una misurazione ancora più accurata potrebbe arrivare nel prossimo futuro dalla sonda Gravity Probe B, un satellite progettato appositamente per misurare queste perturbazioni astronomiche. La sonda è stata preparata dall'Agenzia spaziale degli Stati Uniti e dall'Università di Stanford ed è stata lanciata dalla base aerea di Vandenberg in California il 17 aprile scorso al costo di 600 milioni di dollari.
Il satellite verificherà l'esattezza delle tesi di Einstein grazie a quattro sfere di quarzo delle dimensioni di palline da ping-pong che vengono considerate le sfere più perfette mai realizzate. Come titolava però la stampa specializzata all'indomani della pubblicazione dell'articolo su "Nature", Ciufolini e colleghi potrebbero aver misurato l'effetto a una frazione del costo di Gravity Probe B.
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