Tracce di acqua salata, dove forse si potrà trovare evidenza di vita passata, sul Pianeta Rosso
Bradbury nelle Cronache marziane, parlava di mari fossili. Anche se non si tratta di veri e propri mari, quanto piuttosto di laghi, la fiction si avvicina di molto alla realtà: la sonda Mars Odissey ha osservato tracce di depositi salini sul suolo marziano che testimonierebbero la presenza di acqua salata sul pianeta, dove la vita in passato potrebbe essere stata abbondante.
Almeno duecento siti sulla superficie dell’emisfero sud del pianeta mostrano infatti caratteristiche spettrali compatibili con il cloro. Il cloro entra a far parte di molti tipi di sale, come per esempio il cloruro di sodio, il sale da cucina. Questi depositi “potrebbero derivare da acque sotterranee che raggiungevano la superficie in una depressione del terreno,” speiga Mikki Osterloo dell’Università delle Hawaii, a Honolulu. “L’acqua sarebbe in seguito evaporata lasciando solo il deposito minerale. Questi siti sono frammentati e per questo motivo non può trattarsi delle tracce di un oceano globale.”
Per raccogliere immagini nello spettro visibile e infrarosso gli scienziati hanno usato il Thermal Emission Imaging System della sonda, una macchina, progettata dall’Università di Stato dell’Arizona, a Tempe. “La maggioranza dei depositi si trova in bacini raggiunti da canali,” racconta Philip Christensen, co-autore e principale ricercatore per il dispositivo di imaging termale. Secondo gli scienziati questi accumuli di sale si sono formati fra 3,5 e 3,9 miliardi di anni fa.
Fino ad oggi le prove di esistenza dell’acqua allo stato liquido su Marte si sono basate sulla presenza di argille o solfati. Le argille mantengono i segni del passaggio dell’acqua e i solfati possono formarsi dall’evaporazione del liquido. Questa ricerca però individua un nuovo minerale, che offre indizi sulla possibilità di vita passata sul pianeta.
Questo tipo di depositi infatti stanno a indicare la presenza di grossi bacini che possono essere rimasti a lungo uguali, mentre l’acqua evaporava. E questa è una condizione cruciale per la vita: un ambiente che rimanga stabile per qualche tempo. Se un giorno fosse possibile prelevare dei campioni di questi sali, potrebbe anche essere possibile osservare direttamente le tracce di vita che contenevano anticamente: sulla Terra infatti il sale è un ottimo conservante per il materiale organico. In alcuni casi, in laboratorio, si è persino riusciti a riportare in vita batteri che sono rimasti intrappolati nel sale per milioni di anni.
Lo studio è stato pubblicato questa settimana su Science.
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