Passata la Fase 1 della sperimentazione clinica, si inizieranno a breve i test sull'uomo.
Oggi, lunedì 31 marzo 2008, potrebbe essere una data storica per la lotta contro il virus Ebola, uno dei più mortali al mondo. Il dottor Anthony Sanchez, del Centres for Disease Control & Prevention di Atlanta (Georgia, Stati Uniti), ha presentato al convegno della Society for General Microbiology a Edimburgo, i risultati dei test che segnano l'inizio della sperimentazione umana di un nuovo vaccino.
Finora, ci sono stati oltre 1.500 morti causati dall'Ebola, e la febbre emorragica che ne deriva ha un tasso di mortalità di circa il 90%. La malattia è devastante: inizia improvvisamente e i sintomi includono febbre, mal di testa, infezioni alla faringe, debolezza, dolore muscolare, diarrea, vomito e dolore di stomaco, oltre che rossori cutanei e emoraggie.
Anthony Sanchez ha richiamato le più catastrofiche ipotesi: “La minaccia biologica dell'Ebola non può essere sottovalutata. Stiamo assistendo a un rinvigorirsi di focolai epidemici negli esseri umani. I viaggi intercontinentali e il turismo favoriscono il trasporto del virus potenzialmente in ogni parte del pianeta. Non dimentichiamo poi l'enorme potenziale del virus come arma del bioterrorismo. Abbiamo un disperato bisogno di un vaccino protettivo”.
I ricercatori hanno iniziato Fase 1 della sperimentazione clinica nell'autunno del 2006, testando diversi vaccini sui primati, e grazie ai buoni risultati ottenuti stanno cercando di individuare quello più efficace per l'uomo.
Produrre e testare un vaccino per un virus come l'Ebola rappresenta una notevole sfida per gli scienziati, data la sua pericolosità. Ciò che rallenta maggiormente i progressi in tal senso è infatti il numero limitato di strutture e personale adeguatamente addestrato per condurre le ricerche in sicurezza.
“I trials sul vaccino Ebola usando primati non umani hanno fornito risultati non ambigui e hanno permesso ai vaccini di progredire rapidamente”, spiega Sanchez.
Il team di ricercatori americani e canadesi sperano che quanto hanno scoperto potrà fornire non solo importanti elementi per comprendere meglio il funzionamento dell'Ebola, ma anche di altre malattie virali, come l'influenza aviaria o quelle causate per esempio dal Marburg virus e Hiv.
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