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Un lampo nel cielo

Il satellite SWIFT rileva l'oggetto più luminoso mai osservato nell'Universo

Un lampo di raggi gamma

Lo scorso 19 marzo, la Natura è stata particolarmente generosa, e ci ha permesso di osservare ben quattro gamma-ray bursts (lampi di raggi gamma). Ma non è tutto: uno di questi si è rivelato addirittura l'oggetto più luminoso mai osservato nell'Universo: nonostante sia esploso in una galassia distante miliardi di anni luce, è stato così brillante da risultare visibile, per qualche istante, a occhio nudo.

I gamma-ray burst (GRB) sono brevi impulsi di raggi gamma, di durata compresa tra una frazione di secondo a qualche minuto. Oggi sappiamo che i GRB scoppiano nell'Universo lontano, e che rilasciano una quantità immensa di energia. I GRB di durata più lunga (maggiore di circa due secondi) sono prodotti quando una stella di grande massa, tra venti e cinquanta volte quella del Sole, termina la propria vita in un collasso catastrofico.

L'occhio umano non può percepire la radiazione gamma, e i GRB si osservano usando satelliti in orbita. Dopo lo scoppio del GRB, segue però emissione di luce ottica, chiamata afterglow, che rimane visibile più a lungo. Questa emissione diminuisce rapidamente, e può essere osservata con i telescopi più potenti, al più per qualche giorno. Ma è subito dopo il GRB che si rivela più brillante, per cui la rapidità nell'osservazione è l'elemento chiave.

REMIl gamma-ray burst GRB 080319B,il secondo fra quelli osservati il 19 marzo 2008, è stato scoperto dal satellite Swift nella costellazione del Bovaro. Secondo Guido Chincarini, a capo della collaborazione italiana per la missione, "È stato così brillante che ha quasi accecato gli strumenti a bordo di Swift!". Seguendo la notifica da parte del satellite, una pletora di telescopi ottici sulla terra, dai più piccoli ai più potenti, si è precipitata a osservare la posizione del GRB nel cielo, scoprendo entro breve la controparte ottica. Tra questi, c'era anche la camera a grande campo TORTORA ospitata dal telescopio robotico italiano REM, a La Silla, in Cile. TORTORA ha potuto rilevare l'afterglow appena pochi secondi dopo l'inizio del GRB.
"La nostra misura così veloce ha mostrato che l'oggetto era così brillante che sarebbe stato visibile ad occhio nudo", spiega Stefano Covino, parte del team di REM. "È incredibile come questo afterglow sia variato rapidamente durante la nostra osservazione", aggiungere Sergey Karpov, capo del progetto TORTORA.
Per misurare la luminosità apparente degli oggetti celesti (quanto appaiono brillanti ai nostri occhi), gli astronomi usano la cosiddetta scala delle magnitudini, nella quale gli oggetti più deboli hanno una magnitudine più grande. Durante una notte serena e senza luna, una persona dalla vista acuta può scorgere sorgenti fino circa alla magnitudine 6. Ebbene, GRB 080319B è arrivato ad essere più brillante di questo limite, se pur per poco meno di un minuto.

Un oggetto che ci appare molto brillante potrebbe essere semplicemente vicino (in termini astronomici!). Per questo, è fondamentale misurarne la distanza. Per questo, gli astronomi hanno usato uno dei telescopi VLT dell'Osservatorio Australe Europeo (ESO), anch'esso in Cile. Nonostante la sua mole (gli specchi hanno un diametro superiore ad 8 metri), anche il VLT dispone di uno speciale sistema automatico che permette di osservare rapidamente un GRB appena esploso. Grazie alla sua grande sensibilità, con il VLT si possono ottenere spettri ad alta risoluzione, separando le differenti frequenze che compongono la luce osservata (i "colori") e ottenendo molta più informazione che con una semplice immagine. In particolare, grazie agli spettri in molti casi si può determinare la distanza della sorgente osservata.
Due gruppi di astronomi, uno italiano ed uno danese, hanno ottenuto spettri di GRB 080319B. "Nonostante la sua brillantezza eccezionale, il GRB è esploso in una galassia distante 7 miliardi e mezzo di anni luce!" commenta Paul Vreeswijk, del Dark Cosmology Centre di Copenhagen. "Questo significa che GRB 080319B era un evento intrinsecamente brillante, e non solo in apparenza". Conti alla mano, risulta che l'afterglow di GRB 080319B è il più brillante oggetto mai osservato in luce visibile, sorpassando in luminosità galassie, buchi neri, quasar, e tutti gli altri GRB osservati fino ad oggi. "Se fosse esploso nella nostra galassia, avrebbe potuto illuminare il cielo notturno come se fosse giorno", aggiunge Daniele Malesani, sempre del Dark Cosmology Centre, "un’eventualità molto affascinante".



Link al comunicato stampa originale

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