Bolle di sapone per studiare le turbolenze delle atmosfere dei pianeti
Lo studio di una piccola bolla di sapone può aiutare a capire la Grande macchia rossa di Giove e uragani sulla Terra. È quanto afferma uno studio recentemente pubblicato dalla rivista Physical Review Letters.
Hamid Kellay, ricercatore dell’Università di Bordeax 1, e autore della pubblicazione, ha realizzato in laboratorio un mini-pianeta con una bolla di sapone. Anzi metà. I ricercatori francesi hanno creato un emisfero di sapone che permette di osservare i moti convettivi caratteristici dei fenomeni turbolenti.
Le pellicole di sapone sono già state usate per studiare dei modelli dell’atmosfera dei pianeti. Come le atmosfere, infatti, sono sistemi molto sottili se confrontati con la loro estensione. Ma su una pellicola di sapone piatta i moti turbolenti si sviluppano solo in coppie di vortici, come uragani gemelli che ruotano in direzioni opposte e non è possibile produrre tempeste singole come quelle che si osservano in natura.
Nel mondo di bolle dei ricercatori di Bordeax, invece, i vortici sono singoli. In laboratorio, la bolla è riscaldata dal basso e il calore provoca la formazione di pennacchi sulla soluzione di sapone che si spostano verso l’alto a latitudini maggiori. Il team ha osservato la formazione dodici tempeste di sapone di cui ha registrato il moto. Mosse bruscamente dai pennacchi che salgono verso l’equatore caldo, le tempeste ondeggiano casualmente, muovendosi con una media di 1 cm al secondo.
Con cannucce e acqua calda e insaponata per lavare i piatti, anche a casa, sarà quindi possibile costruire un proprio mondo di tempeste. Secondo Kellay basta portare l'acqua a soli 50 C per produrre i moti convettivi.
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