Se la temperatura aumenta oltre un certo limite i coralli “sfrattano” gli inquilini che non sono in grado di sopportarla e possono morire di fame
Il mare si riscalda e il corallo ha il suo bel da fare per “aggiornare” i suoi simbionti: Alison Jones, dell’Istituto di Scienze Marine Australiano, ha scoperto che l’Acropora millepora, un corallo comune nella regione indo-pacifica, quando la situazione si fa troppo calda tende ad espellere la piccola alga con cui normalmente convive.
In condizioni normali l’alga microscopica fornisce il nutrimento al corallo, ma se la temperatura sale oltre un certo limite comincia a emettere radicali liberi dell’ossigeno, che danneggiano i tessuti corallini e a questo punto l’ospite si vede costretto a buttarla fuori. Il fenomeno è chiaramente osservabile perché il corallo finisce per perdere colore, sbiancandosi. Purtroppo si tratta di una situazione doppiamente perdente: l’alga muore e il corallo perde il nutrimento fino a morire di fame.
Jones ha studiato le colonie coralline che vivono attorno all’isola Miall, che fa parte dell’arcipelago delle Keppel. In questa zona i coralli iniziano a scolorire quando la temperatura raggiunge i 28.5° per periodi superiori ai 25 giorni, oppure sopra i 29.5° per più di cinque giorni.
Fortunatamente ci sono due tipi di alga simbionte, uno delle quali non è cosi suscettibile alle alte temperature. I coralli che scelgono questo tipo di alga generalmente sopravvivono alle ondate di calore. Sembra anche, che almeno parzialmente, i coralli sopravvissuti alla calura finiscano per scegliere l’alga resistente al calore.
La cautela è comunque d’obbligo: il secondo tipo di alga può resistere a temperature superiori, ma solo di circa 1.5°. Superata questa soglia, anche questi vegetali vengono espulsi, con la conseguente morte del corallo.
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