Una nuova ricerca collega particolari sostanze chimiche alle malattie dei veterani della Guerra del Golfo del 1991
Praticamente ogni guerra, purtroppo, ha la sua “sindrome”. La cosiddetta “Sindrome del Golfo”, cioè quel misterioso insieme di malattie e disturbi che ha colpito i soldati ritornati dalla Guerra del Golfo del 1991, ha innescato accesi dibattiti tra chi sosteneva che fosse solo una bufala e chi invece ricercava le prove che la guerra, oltre a provocare vittime sul campo, ha lasciato tristi e concrete conseguenze sulla salute dei soldati, e non solo a livello psicologico.
Una ricerca pubblicata sull'ultimo numero della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences ha identificato le prove del collegamento tra i problemi di salute dei veterani e particolari sostanze chimiche presenti durante la guerra.
Un comitato nominato dal Congresso statunitense per le malattie della Guerra del Golfo ha analizzato più di 100 casi, determinando che almeno un terzo dei veterani della Guerra del Golfo del 1991 presentano affaticamento muscolare, dolore alle giunture, problemi di sonno, arrossamenti e difficoltà respiratorie.
La causa sarebbe il contatto con particolari sostanze chimiche, come i gas speciali in dotazione alle truppe, i pesticidi usati per degli insetti e il gas nervino Sarin. Quest'ultimo è classificato come arma di distruzione di massa, che colpisce direttamente il sistema nervoso. La giustificazione ufficiale è che le truppe potrebbero essere state esposte al Sarin durante la demolizione di un deposito di munizioni.
La dottoressa Beatrice Golomb, dell'University of California di San Diego e a capo della commissione scientifica, spiega che varianti genetice rendono alcune persone più sensibili a questo tipo di sostanze chimiche. Quando esposte, queste persone presentano un elevato tasso di rischio nel contrarre le malattie e i disturbi.
“Prove convergenti ora attestano in modo netto una classe di sostanze chimiche, cioè gli inibitori dell'acetilcolinesterasi, come causa per le malattie dei veterani della Guerra del Golfo”, spiega la Golomb alla Reuters.
La dottoressa Golomb dice che in passato si è dato molto peso ai fattori psicologici della cosiddetta “sindrome del Golfo”, ma a differenza dell'attuale conflitto in Iraq, quello del 1991 è durato, in pratica, solo qualche giorno.
“Fattori di stress psicologico sono inadeguate per giustificare l'elevato tasso di malattie riscontrato”, aggiunge la Golomb.
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