Messo a punto un nuovo dispositivo per toccare la realtà virtuale
Grazie all’interfaccia aptica sviluppata alla Carnegie Mellon University presto potremmo toccare, nel vero senso della parola, quello che osserviamo sullo schermo del computer. A differenza della maggioranza di interfacce di questo tipo, che si basano su motori e articolazioni meccaniche, il dispositivo pensato da Richard Hollis, professore all’Istituto di Robotica della Carnegie Mellon, per rendere il senso del tatto usa il fenomeno della levitazione magnetica e offre un’esperienza estremamente realistica. Gli utenti possono così sentire la “trama” di una superficie e percepire anche piccolissime differenze di posizione mentre stanno usando l’agile interfaccia.
“Pensiamo che questo strumento rappresenti l’interfaccia aptica più realistica disponibile al mondo in questo momento,” sostiene Hollis. La prima versione dello strumento è stata messa a punto nel 1997. Un finanziamento successivo di 300.000 dollari ha permesso di perfezionarlo migliorandone anche l’aspetto ergonomico, e abbattendo i costi di produzione.
“Siamo passati dal prototipo a un sistema molto più avanzato che può essere utilizzato da altri ricercatori,” spiega Hollis. Mettere questo strumento nelle mani di altri ricercatori è un passaggio cruciale secondo lo scienziato, visto che si tratta di un campo di ricerca ancora molto giovane. Nonostante questi dispositivi abbiano già numerose applicazioni, nella progettazione ingegneristica, nell’industria dell’intrattenimento, nelle operazioni di assemblaggio remoto con i robot, e nell’addestramento medico e dentistico, in realtà il loro pieno potenziale deve ancora essere esplorato. Specialmente per quanto riguarda queste nuovissime interfacce basate sulla levitazione magnetica.
Hong Tan è professore al dipartimento di ingegneria elettrica e computeristica della Purdue University e studia la percezione tattile umana delle superfici. Secondo lui “quello che questa interfaccia offre è ben più di quanto offrono gli strumenti aptici oggi disponibili sul mercato, e ci permetterà di andare avanti con le nostre ricerche.”
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