Secondo una ricerca della RAND Corporation, sviluppo economico e sociale sono incoraggiati in società più attente ai diritti delle donne
La partecipazione delle donne nella costruzione delle nazioni dopo i conflitti è un ingrediente importante nella realizzazione di società giuste, pacifiche e più prosperose. È quanto afferma lo studio rilasciato in questi giorni dalla RAND Corporation, un'organizzazione americana no profit di ricerca e sviluppo.
“Equità di genere e inclusione delle donne sono sia cartina tornasole di una società democratica, stabile e sviluppata, sia variabile attiva per la sua formazione”, afferma Cheryl Benard, tra gli autori del report pubblicato dalla RAND. “Includere donne nei processi di costruzione delle nazioni quanto prima possibile potrebbe accelerare i processi di costruzione sociale” continua lo scienziato.
Il report, dal titolo Women and Nation-Building, esamina il ruolo giocato dalle donne nelle attività di ricostruzione recenti in Afghanistan e il loro impatto nella nazione del post-conflitto. I ricercatori della RAND ritengono che l'Afghanistan abbia intrapreso una politica di inclusione delle donne nel 2002 dopo la caduta dei Talebani. Da allora le donne votano, firmano petizioni, concorrono per uffici pubblici, spesso in situazioni difficili, in province fortemente conservatrici e in situazioni non esenti da corruzione politica.
Lo studio di questo caso e di altre regioni ha portato i ricercatori ad affermare che i successi di un'istituzione stabile, ovvero capace di osteggiare il ritorno della recrudescenze delle ostilità, e i successi di una società più giusta non sono in contrapposizione, come invece a volte viene temuto.
“Spesso i policymakers e le agenzie di sviluppo sostengono una politica che posticipi l'inclusione delle donne in nazioni in via di costruzione, temendo che dare loro un ruolo maggiore possa essere rischioso per la stabilità del paese. Ma queste idee nascono da supposizioni piuttosto che dai fatti; le nostre ricerche mostrano il contrario” Dichiara Benard. “Le statistiche ci dicono infatti che la parità di genere e la partecipazione delle donne nella vita pubblica danno un contributo significativo alla stabilità, non sono affatto un fattore di rischio”.
Per migliorare i risultati delle nazioni in via di costruzione, gli studi suggeriscono la necessità di un concetto più ampio di sicurezza sociale di una nazione in costruzione. I leader politici dovrebbero fondare una governance basata sui principi dell'equità e di rispetto per le leggi e riconoscere l'importanza dell'inclusione delle donne anche nella ricostruzione delle attività economiche.
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