L’urbanizzazione provoca un’evoluzione forzata delle specie vegetali, mettendole a rischio di estinzione
Il fiorellino crepis sancta ha due tipi di seme. Uno è pesante e grande e tende a cadere immediatamente a terra. L’altro al contrario è leggero e tende a galleggiare nell’aria facendosi trasportare dal vento per lunghe distanze. Come spiega Pierre-Olivier Cheptou del CNRS di Montpellier gli esemplari di crepis che crescono nei fazzoletti di terra intorno agli alberi nella cittadina francese si sono evoluti, nel breve periodo di dodici mesi, in modo da produrre più semi pesanti.
Cheptou, che ha pubblicato la ricerca su The Proceedings of the National Academy of Sciences 1, ha notato questa tendenza osservando le piante “sul campo”, cioè nel loro ambiente urbano reale. Per stabilire se si trattasse della conseguenza di una mutazione genetica, o piuttosto di fattori ambientali, Cheptou ha raccolto semi provenienti sia dall’ambiente urbano che da quello rurale e li ha fatti crescere in serra. In queste condizioni le piante potevano essere impollinate solo da esemplari simili.
I ricercatori hanno raccolto e contato i differenti tipi di seme, registrando il 14% di semi "pesanti" per le piante urbane contro solo il 10% degli stessi semi nelle piante rurali. Usando un modello matematico, Cheptou ha stabilito che la mutazione è avvenuta in sole dieci generazioni. Non è l’evoluzione più rapida osservata in specie vegetali, ma è sicuramente degna di nota.
Il motivo di questa evoluzione "a tappe forzate" va individuato nelle peculiarità dell’ambiente cittadino. In città infatti le piante crescono solo in alcune aree piuttosto isolate. La probabilità che un seme finisca in un ambiente inospitale è alta. In queste condizioni un seme che atterra direttamente ai piedi della pianta madre ha molte più possibilità di finire in un terreno adatto al suo sviluppo.
Si tratta perciò di un adattamento positivo,che però innalza il rischio di isolamento genetico e quello che le piante poi non siano in grado di adattarsi rapidamente a nuovi cambiamenti ambientali.
“Questo scenario evolutivo è un pericolo potenziale,” Spiega Karl Niklas, un biologo vegetale della Cornell University di New York. “Se l’ambiente cambia rapidamente, popolazioni ben adattate localmente possono subire un processo locale di estinzione e sparire.”
“l’aspetto negativo di questo adattamento è che il frammento di popolazione isolato è vulnerabile se c’è un cambiamento ambientale locale; non saranno infatti mai in grado di raggiungere terra nuova e fertile se rinunciano ai semi leggeri” conferma Martin Cody dell’Università della California, a Los Angeles che ha osservato effetti simili in atolli oceanici isolati dove i semi normalmente leggeri si sono evoluti appesantendosi per non essere spazzati nel mare dai venti.
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