Negli Stati Uniti sono circa 79 milioni le persone che hanno problemi a pagare adeguati trattamenti sanitari
Trovare il modo più efficace ed economicamente sostenibile di garantire una sanità pubblica efficiente non è facile si sa, ma certamente neanche il metodo americano, basato principalmente su compagnie assicurative private, sembra ottenere grandi risultati. Almeno dal punto di vista dei pazienti.
Un nuovo rapporto stilato dal Comonwealth Fund riporta infatti dati allarmanti: la percentuale di americani in età lavorativa che incontra difficoltà nel pagare i debiti di tipo medico è passata, fra il 2005 e il 2007, dal 34 al 41%, per un totale di circa 72 milioni di persone. A questi se ne aggiungono altri 7 milioni, formati da persone sopra i 65 anni con le stesse difficoltà.
Molta gente negli Stati Uniti si trova costretta a pagare delle cifra extra (oltre quelle già normalmente trattenute dalla busta paga) per la propria salute. Nel 2007 oltre due terzi della popolazione attiva statunitense ha avuto difficoltà per pagare le spese mediche, ha rinunciato a delle terapie, è rimasta senza assicurazione sanitaria per un certo periodo, o ha dovuto pagare dei costi extra.
Secondo Sara Collins, assistente del Vice presidente del Commonwealth Fund autrice della survey, questo fenomeno è una conseguenza dell'andamento negativo dell'economia americana. “Il metano e il cibo aumentano, le case perdono valore e la spesa medica diventa più cospicua delle entrate e così sempre meno persone hanno assicurazioni adeguate.”
A essere colpite maggiormente sono le famiglie di reddito basso e medio, quelle che negli Stati Uniti guadagnano meno di 40.000 dollari all'anno. Spesso in queste famiglie tutti i risparmi messi via con sacrificio vengono spesi in breve tempo per pagare le terapie mediche.
Secondo Karen Davis, presidente del Commonwealth Fund, lo stato deve al più presto creare un'assicurazione medica che sia uguale per tutti e sufficientemente economica, per evitare le le persone vadano in bancarotta a causa di una malattia.
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