Scavi archeologici svelano il deserto all'età della pietra
Il Sahara non è sempre stato il deserto che conosciamo. Due diverse popolazioni umane hanno abitato per più di duemila anni la regione sahariana dell'età della pietra, allora ricca di vegetazione.
Durante una spedizione per lo studio dei dinosauri, un gruppo di ricercatori, guidati da Paul Sereno dell'Università di Chicago, ha casualmente scoperto il più grande cimitero dell'età della pietra nel sito archeologico di Gobero nel Niger.
Gli studiosi hanno finora esaminato 67 delle circa 200 tombe che compongono il cimitero di Gobero scoprendo molti dettagli sui Kiffian e i Teneriani, le due popolazioni che si sono avvicendate nell'occupazione della regione del Tenerè.
I Kiffian hanno abitato il Tenerè sicuramente nel periodo compreso tra il 7700 a.C. e il 6200 a.C. Insieme agli scheletri di persone di alta statura sono state ritrovate delle punte di arpioni e delle ossa di grandi animali della savana. Ciò fa pensare a una popolazione di raccoglitori-cacciatori che abitava una zona nei pressi di un lago.
Nel 6200 a.C. la regione sahariana conobbe un primo periodo di estrema siccità, che durò circa mille anni, in cui i Kiffian sembrano essere improvvisamente scomparsi.
Con la ricomparsa delle piogge un'altra popolazione, quella dei Teneriani, si stabilì nella regione del Tenerè. I Teneriani erano di corporatura decisamente più piccola e gracile dei Kiffian e si servivano quindi di attrezzi per la caccia e la pesca che necessitavano di una minor forza fisica rispetto a quelli utilizzati dai Kiffian.
Oltre alla pesca e alla caccia di animali selvatici, i Teneriani si dedicavano all'allevamento del bestiame. Avevano inoltre delle credenze spirituali e praticavano il culto dei morti. È stata infatti portata alla luce una tomba, risalente a 5300 anni fa, con i resti di una donna e due bambini la cui posizione indica un abbraccio reciproco, adagiati su un letto di fiori.
Lo studio delle tombe rimanenti può farci conoscere molti altri dettagli della vita di queste popolazioni. Elena Garcea dell'Università di Cassino, che collabora allo studio, afferma che “possiamo imparare molto da questi resti sull'adattamento degli umani ai cambiamenti climatici. In questa zona l'ambiente è cambiato diverse volte in un periodo di tempo relativamente breve e possiamo usare questi reperti per capire come le popolazioni hanno affrontato questi cambiamenti.”
Lo studio è pubblicato sulla rivista PloS ONE (Paul Sereno et al, Lakeside Cemeteries in the Sahara: 5000 Years of Holocene Population and Environmental Change, PLoS ONE 3(8): e2995. doi:10.1371/journal.pone.0002995, 14 agosto 2008)
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