Le cellule immuni al cancro appartenenti a quelle persone che hanno dimostrato di poter sconfiggere questa malattia potrebbero presto essere iniettate in coloro che sono affetti dal tumore.

Zheng Cui e colleghi dell’Università della medicina di Wake Forest con sede a Winston-Salem in North Carolina, hanno ricevuto il permesso dalla Food and Drug Administration statunitense (FDA) per selezionare gli individui in base alla loro propensione a respingere il cancro. Poi, dopo aver abbinato i gruppi sanguigni giusti, le persone che combattono meglio il cancro proveranno a prestare le proprie cellule immunitarie a coloro che lo stanno ancora affrontando per aiutarli a sconfiggerlo.

Tutti noi abbiamo alcune caratteristiche che ci permettono di combattere il cancro. Per esempio abbiamo alcune cellule immunitarie, chiamate NK, che possono identificare e uccidere quelle tumorali, sebbene non sia ancora del tutto chiaro fino a che punto svolgano un ruolo determinante in questa battaglia. Ma oggi Zheng Cui ha scoperto che anche i granulociti, una popolazione assai più estesa di cellule immunitarie, sono in grado di sconfiggere il cancro, ma la loro efficacia varia da persona a persona.

Cui ha estratto dei campioni di sangue da oltre cento soggetti per poi mischiare i loro granulociti con cellule tumorali della cervice. Durante l’esperimento ha scoperto che mentre i granulociti di alcuni individui arrivavano a distruggere oltre il 97 per cento delle cellule tumorali, altri, sempre all’interno di individui sani, non riuscivano a eliminarne più del 2 per cento.

In media, poi, la predisposizione a uccidere le cellule cancerose sembrava essere bassa negli individui che avevano più di 50 anni e addirittura inferiore in coloro affetti da cancro, ma crollava definitivamente nei soggetti stressati e soprattutto durante l’inverno.

“Sembra proprio che nessuno dia sfogo alla propria abilità di sconfiggere il cancro tra novembre e aprile”, rivela Cui, che, all’inizio di settembre, ha presentato i suoi risultati preliminari a un meeting svoltosi a Cambridge, nel Regno Unito.

Nei suoi risultati sembra esserci la possibilità di trasferire l’abilità di combattere il cancro da persona a persona. Infatti i granulociti sono già oggetto di donazione per rinforzare il sistema immunitario di quei pazienti indeboliti dalla chemioterapia, ma ancora non sono stati utilizzati per combattere il cancro direttamente.

L’anno scorso, però, lo stesso Cui è riuscito a trattare diversi tipi di tumore nei topi, iniettando loro dei granulociti recuperati da un ceppo murino particolarmente resistente al cancro. Adesso Cui spera di iniziare i trial clinici sugli esseri umani la prossima estate, quando il sistema immunitario dei potenziali donatori di granulociti raggiungerà il massimo della propria capacità difensiva.

“Trasferire cellule immunitarie da un soggetto a un altro – sostiene John Gribben, immunologo del Centro inglese di ricerca sul cancro dell’ospedale Saint Bartholomew di Londra – è l’idea del momento”. Eppure se Cui sta progettando di collaudare questa terapia sulle persone, secondo Gribben dovrà fare molta attenzione “perché in teoria c’è un potenziale rischio di rigetto che potrebbe anche rivelarsi fatale per i pazienti”.

Questo sarebbe un ostacolo arduo per quei pazienti col sistema immunitario debilitato, all’interno del quale potrebbero proliferare le cellule trasfuse fino ad avere il sopravvento sul sistema stesso e uccidere le cellule del midollo osseo. Ma Cui sostiene che, di concerto con l’FDA, sta lavorando per minimizzare tale rischio.

Guarda il video dei granulociti che uccidono le cellule tumorali