Sulle rive del Nilo sono stati individuati i primi reperti archeologici che dimostrano che l'antico Regno africano di Kush gestiva un fiorente commercio di oro.
La recente scoperta di una "fabbrica" di oro e di vari luoghi di sepoltura in Sudan, lungo il Nilo, rivela che l'antico Regno africano di Kush era più grande e potente di quanto si pensasse, avendo sviluppato un fiorente commercio di oro.
Tuttavia, gli archeologi temono che una diga attualmente in costruzione in quella zona potrebbe causare l'allagamento dell'intera area, distruggendo preziosi reperti ancora non individuati, che sarebbero indispensabili per comprendere meglio la storia di questo primo regno subsahariano.
Molto di quello che si sa attualmente sul Regno di Kush, che includeva alcune parti di quello che oggi è conosciuto come Sudan settentrionale, viene da antichi testi egizi. Da essi emerge che i Kushiti cambatterono varie battaglie e furono coinvolti nel commercio di materiali, come appunto l'oro, col loro i loro vicini egiziani.
Per molti anni i ricercatori hanno pensato che il Regno di Kush si estendesse fino a circa 600 chilometri dall'ultima insenatura del Nilo in Egitto fino al punto in cui il fiume inizia a scorrere nel Sudan settentrionale.
Un gruppo di archeologi guidati da Geoff Emberling, dell'Oriental Institute Museum in Chicago (Illinois, Stati Uniti), ha però scoperto prove che sostengono l'idea che in un momento situato tra il 2000 a.C. e il 1500 a.C., il territorio Kushita si fosse esteso per almeno altri 300 chilometri lungo il Nilo, fino alla città di Hosh-el-Geruf.
Infatti, in un'area lungo il Nilo situata vicino a Hosh-el-Geruf, gli archeologi hanno dissotterrato 55 pietre per la macinazione, fatte di un materiale molto simile al granito.
"Il ritrovamento di questa grande quantità di pietre utilizzate per mancinare, unite ad altri attrezzi usati per schiacciare e macinare l'oro, dimostra che la zona era un centro molto sviluppato di produzione dell'oro", spiega Geoff Emberling. "Questa è la prima vera prova dell'attività di estrazione di oro nel Regno di Kush che sia mai stata individuata", aggiunge.
Bruce Williams, un altro membro del gruppo, spiega che le grandi dimensioni della produzione di oro che hanno scoperto possono trovare una spiegazione solo se si suppone che fosse controllata e gestita direttamente dal Regno di Kush, per poter funzionare. "I Kushiti non stavano solo cercando di allargare il proprio potere in questa parte di quello che oggi è Sudan, ma vi stavano anche portando commercio e una grande struttura organizzativa", spiega.
In un'area vicina i ricercatori hanno anche individuato un luogo di sepoltura, dove hanno ritrovato i resti di vari individui seppelliti nel tipico stile Kushita, e circondati da vari utensili che venivano sepolti assieme al defunto.
I ricercatori temono però che un'inondazione progettata in queste aree a causa della costruzione di una diga a Merowe distruggerà presto i tanti manufatti ancora inesplorati che appartengono al Regno di Kush.
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