Glauber, Hall e Haensch premiati per i loro lavori sull'ottica.
Il premio Nobel 2005 per la fisica è andato a Roy J. Glauber, John L. Hall e Theodor W. Haensch. Il primo, nato nel 1925, è professore di fisica all'Università di Harvard e ha ottenuto metà del premio di 10 milioni di corone svedesi per la sua descrizione teorica del comportamento delle particelle della luce. Hall, che lavora all'Università del Colorado ed è nato nel 1934, e Haensch, un fisico tedesco dell'Università di Heidelberg nato nel 1941, si divideranno l'altra metà del premio, che hanno ottenuto per il loro lavoro sulla spettroscopia di precisione basata sul laser.
Si tratta di un premio a scienziati anziani, ricercatori del passato che hanno dato un contributo fondamentale alla società del presente e soprattutto del futuro. Sono la pattuglia di punta, i pionieri di coloro che hanno permesso di usare e sviluppare la luce per comunicare a distanze molto grandi e piccolissime.
Se infatti tra la metà dell'Ottocento e la metà del Novecento il mondo vedeva nell'elettricità la fonte principale di energia e di lavoro e di esplorazione della materia, subito dopo è iniziata l'epoca dell'ottica, cioè della luce capita, scomposta, ricomposta e utilizzata per farne strumenti di altissima precisione e di grande potenza. Sono state queste conoscenze che hanno permesso di comprendere meglio i meccanismi più profondi della natura, ma anche di mettere a punto laser straordinari, orologi ad altissima precisione e di dare un forte impulso alla tecnologia del cosiddetto GPS (global positioning system), cioè la tecnologia che, attraverso il satellite, permette di connettere chiunque in qualsiasi parte del mondo e di sapere dove esattamente si trovi. E il futuro di queste ricerche si apre sulla promessa di computer ottici, che saranno quelli destinati a superare quelli attuali basati sugli elettroni e i chip di silicio.
Glauber, Hall e Haensch hanno dato una spinta decisiva a quella che viene chiamata quantum information, il settore in più rapido sviluppo della fisica. Sarà la base della tecnologia dell'informazione del futuro. Insomma, a Stoccolma hanno premiato, in questi tre grandi vecchi, il mondo di domani.
I grandi rettili volanti riuscivano a prendere il volo e a tornare a terra usando parte delle loro ali come veri e propri flap.
Risalgono a 4000 anni fa e sono composti da acqua e farina di miglio.
Un team dell'Università californiana è riuscito nell'impresa di far attraversare il deserto del Mojave a un SUV della Volkswagen robotico.
Un guasto al lanciatore ha causato la prematura fine della missione che doveva studiare l'impatto dei cambiamenti climatici sui ghiacci.
La perdita di due dei tre rotori di reazione potrebbe rendere impossibile la missione di studio dell'asteroide Itokawa.
Nuoto nello sciroppo, potenza di fuoco intestinale dei pinguini e l'esperimento più lungo del mondo tra i premiati di quest'anno.
Fossili australiani evidenziano che gli antichi mari erano ricchi di composti a base di zolfo.
Un satellite della NASA e vari telescopi terrestri e spaziali sono riusciti nell'impresa.
Il sequenziamento del genoma del virus che uccise 50 milioni di persone nel 1918 dimostra affinità con quello dell'H5N1, il virus dell'influenza aviaria.
Il più grande oggetto scoperto oltre l'orbita di Nettuno ha una massa sufficiente da attrarre una piccola luna, Gabrielle.
Il nuovo amministratore della NASA però ha già dichiarato la sua contrarietà al grande programma internazionale.
Un libro inglese ipotizza che la patria dell'eroe omerico fosse un'isola al largo di Cefalonia, poi divenuta una penisola.
Uno studio tedesco evidenzia che il clima cambierà sempre più velocemente.
La missione europea destinata al secondo pianeta del Sistema solare punta a svelare i segreti della sua atmosfera.
Un curioso esperimento smonta una delle leggende più diffuse del cinema.
La scoperta si deve al telescopio spaziale Hubble e potrebbe rivoluzionare le teorie sulla formazione di questi oggetti celesti.
Le condotte usate per scaricare l'anidride carbonica in eccesso nei laghi del Camerun non sono sufficienti a evitare una nuova tragedia.
Grazie a delle speciali etichette elettroniche, gli squali balena del Belize sono stati studiati per capire meglio le loro abitudini e per proteggerli con maggiore efficacia.