Il Martian Environment Simulator studia la sopravvivenza dei batteri a condizioni simili a quelli del pianeta rosso.
Si chiama Martian Environment Simulator ed è il frutto della collaborazione tra l'Institute for Advanced Concepts della NASA e la Shot, un'azienda che si occupa di alta tecnologia. Il suo scopo è valutare in che modo sarà possibile in un prossimo futuro trasformare Marte in una seconda Terra.
I primi esperimenti sono stati condotti con microrganismi, posti a condizioni molto simili a quelle della superficie marziana, per cercare di capire in che modo si comportavano. I risultati sono stati presentati alla conferenza della American Society for Gravitational and Space Biology che si è tenuta durante la prima settimana di novembre a Reno, nel Nevada.
Dato che le condizioni climatiche e ambientali di Marte sarebbero letali per organismi vegetali, soprattutto per l'elevato irraggiamento di raggi ultravioletti, i ricercatori hanno preferito i cianobatteri. Questi vivono nel terreno e sono quindi protetti dai raggi ultravioletti; inoltre sono capaci di resistere alle temperature più estreme. Accanto a questi batteri, la simulazione prevede l'utilizzo anche di batteri che vivono nei deserti terrestri che possono ben sopportare l'aridità marziana. Tutti questi organismi estremofili, capaci cioè di adattarsi a condizioni estreme, sono stati inseriti nel simulatore, una sorta di stanza criogenica con un cilindro in quarzo da sei litri all'interno del quale è stato ricostruito l'ambiente marziano.
A differenza di altri sistemi simili, il simulatore della Shot può ricreare i cicli diurni e notturni di Marte oltre che le condizioni di temperatura e di pressione. I primi esperimenti saranno condotti in cicli a una pressione due volte superiore a quella marziana in un ambiente ricco di acqua, per poi modificare le condizioni fino a sperimentare la resistenza dei batteri in un ambiente il più possibile vicino a quello del pianeta rosso.
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