Un esperto americano ipotizza che la comparsa dell'agricoltura abbia bloccato una nuova era gliaciale.
Gli antichi agricoltori ci hanno salvato da una nuova era glaciale. È questa l'ipotesi di un ricercatore americano sull'impatto dell'agricoltura sul clima terrestre pubblicato su "Scientific American". I contadini preistorici che abbattevano i boschi e che coltivavano le loro prime piantagioni di riso e grano hanno infatti prodotto una sempre crescente quantità di anidride carbonica che ha avuto come effetto quello di bloccare sul nascere una nuova era glaciale.
Il risultato di questo continuo aumento dei gas serra liberati dalle attività agricole è stato quindi quello di invertire il trend delle temperature globali che proprio in quel periodo stavano tornando a scendere verso i livelli tipici appunto delle ere più fredde. "Se non fosse stato per quegli antichi agricoltori — ha spiegato William Ruddiman della Virginia University — anche oggi le temperature del pianeta sarebbero molto più fredde di quelle che invece registriamo puntualmente".
La teoria, basata sull'analisi dei dati relativi alle concentrazioni di anidride carbonica e di metano in campioni di ghiaccio prelevati dalla calotta antartica, è però molto controversa in ambito scientifico. "Gli scettici che non credono al riscaldamento globale — ha spiegato Ruddiman — potrebbero usare il mio studio per sostenere che le attività umane hanno giocato un ruolo benefico per migliaia di anni trasformando il clima della Terra e facendolo diventare più adatto alla vita umana di quanto altrimenti sarebbe stato".
"Ma altri — ha aggiunto — potrebbero obiettare che se cosí pochi uomini e con pochissime tecnologie hanno avuto un impatto cosí consistente sul clima del pianeta allora ci sono motivi ragionevoli per temere le conseguenze di un nuovo e ben più massiccio impatto delle attività umane sul clima".
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