Ormai Spirit e Opportunity, i due rover marziani, appartengono alla storia della robotica. I nuovi robot in corso di studio all'Ames Research Center sfrutteranno sempre di più alcune caratteristiche tipiche degli animali per diventare strumenti di esplorazione spaziale sempre più efficienti.

Uno di questi nuovi robot è battezzato Snakebot ed è un "serpente" robotico lungo una sessantina di centimetri che può infilarsi in buchi del terreno e piccole fessure o strisciare su deserti sabbiosi che renderebbero la vita difficile ai tradizionali rover suo ruote. Costruito con 12 giunti metallici ognuno un po' più piccolo del cubo di Rubik, il nuovo robot, frutto del lavoro di Silvano Colombano, si muove facendo ondeggiare il corpo, in un modo più simile a un verme o un bruco che a un vero e proprio serpente. Secondo Colombano, ricorrere a "trucchi" già messi in atto dalla natura è un segno di saggezza: la natura ha già risolto infatti molti dei problemi che gli ingegneri e i tecnici moderni si trovano ad affrontare oggi.

Proprio per questo Colombano non si è limitano a prendere esempio dai serpenti. Un altro robot in corso di sperimentazione è simile a uno scorpione con otto gambe metalliche, in modo da non aver problemi a passare sopra rocce o a muoversi su un terreno molto accidentato. Lo Scorpion, cosí è stato battezzato, può anche portare un piccolo carico sul suo dorso, usando quattro gambe per tenerlo stretto e utilizzando le altre quattro per camminare.

Infine, l'agenzia spaziale statunitense sta pensando anche a dirigibili robot destinati all'esplorazione di Titano, la luna gigante di Saturno. Questi dirigibili dovrebbero fluttuare per anni nella densa atmosfera del satellite, raccogliendo dati, senza mai finire impantanati sulla sua superficie.