Se tutte le più grandi città del mondo adottassero tetti bianchi, il riscaldamento globale farebbe meno paura
Paesi caldi edifici chiari; paesi freddi edifici scuri. È quasi uno stereotipo, ma spesso è così. In effetti è da molto tempo che i costruttori sanno che le superfici bianche riflettono i raggi solari e fanno risparmiare sull'aria condizionata. Ora i risultati di uno studio resi noti dal Los Angeles Times non solo confermano tutto ciò, ma dimostrano come i tetti dipinti di bianco possano rallentare sensibilmente il riscaldamento globale.
La ricerca è stata presentata mercoledì scorso alla conferenza annuale sulle ricerche relative al cambiamento climatico (Climate Change Research Conference) a Sacramento, negli Stati Uniti. Secondo gli autori dello studio (Hashem Akbari del Lawrence Berkeley National Laboratory, Surabi Menon dell'University of Berkley e Arthur Rosenfeld, membro della California Energy Commission), se le cento più grandi città del mondo installassero tetti bianchi e iniziassero a utilizzare materiali più efficienti per le pavimentazioni (calcestruzzo al posto di asfalto, per esempio), si avrebbero effetti estremamente benefici.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Climatic Change, dimostra che un tetto di circa trecento metri quadri con una copertura bianca farebbe risparmiare più o meno dieci tonnellate di emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera all'anno.
Globalmente, i tetti coprono circa il 25 per cento della superficie della maggior parte delle città e la pavimentazione circa il 35 per cento. Se nelle cento maggiori aree urbane si adottassero superfici con materiali riflettenti, verrebbero tagliati poco meno di 1.100 tonnellate (44 metric gigatons) di gas serra, che, intrappolando calore nell'atmosfera, alterano il clima.
Con questo sistema, quindi, si taglierebbe la crescita di più di dieci anni di emissioni.
Abkari e colleghi cercheranno di persuadere le Nazioni Unite per stimolare il passaggio a superfici riflettenti nelle più grandi città del mondo.
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