Due automi imparano a cantare insieme e spiegano come nasce una cultura condivisa
Il primo robot emette una sequenza di note casuali. Il secondo risponde con un'altra. Il primo quindi le confronta e se le trova simili “annuisce” in modo che l'altro possa memorizzare entrambe le sequenze. In caso contrario, il primo robot scuote la testa e l'altro dimentica.
Se questo processo viene spontaneamente lasciato andare avanti per giorni o addirittura settimane, il risultato è sorprendente. Eduardo Miranda, un esperto di informatica dell'Università di Plymouth, nel Regno Unito, dopo aver lasciato i due roboto soli in una stanza per due settimane ha infatti osservato che i due stavano ancora mettendo a punto il loro repertorio di suoni (basati sulla voce umana), ma che nel frattempo avevano evoluto ben 20 suoni da cantare insieme.
Informatico e musicista, Miranda spera che questa tecnologia gli permetta un giorno di creare musica come nessun essere umano è mai stato capace di fare. “Con questo processo i due computer sviluppano la loro cultura musicale. Non ci sono regole musicali preprogrammate,” ha spiegato.
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