Il U.S. Fish and Wildlife Service (FWS) sta prendendo in considerazione la possibilità di inserire l’orso polare nell’Endangered Species Act, la lista degli animali in pericolo di estinzione. Questa proposta si basa soprattutto sull’ipotesi di una prossima massiccia diminuzione di habitat artico disponibile per la specie, dovuta al progressivo riscaldamento globale mondiale.

I modelli climatici che descrivono l’andamento futuro del clima si basano principalmente su dati scientifici. L’FWS per supportare la mozione, presentata lo scorso 9 gennaio, ha usato proprio questi modelli. Si tratta di un fatto eccezionale: se infatti i modelli climatici vengono spesso usati in ambito scientifico, desta stupore vederli presi in considerazione nelle decisioni politiche, prova che stanno diventando sempre più autorevoli agli occhi dell’opinione pubblica.

Eric DeWeaver, un climatologo dell’International Polar Bear Science Team e professore dell’Università del Wisconsin-Madison, ha valutato molti dei modelli climatici che vengono utilizzati oggi. I suoi dati sono stati pubblicati nel rapporto del U.S. Geological Survey consegnato al FWS, disponibile online all’indirizzo http://www.usgs.gov/newsroom/special/polar_bears, e sono stati usati per prevedere come i cambiamenti nello strato di ghiaccio del Mar Artico influenzeranno le popolazioni di orso polare nei prossimi 100 anni.

Secondo quanto riportato nel testo, i modelli climatici prevedono che entro il 2050, se la quantità di gas serra prodotto verrà mantenuta ai livelli di quella attuale, si perderà più del 40% dell’habitat primaverile ed estivo. Secondo molti scienziati, nei prossimi 50 anni le perdite nella popolazione di questi plantigradi potranno arrivare oltre il 60% di quella attuale, portando la specie alla quasi totale estinzione per la fine del secolo.