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“Abbassa lo sguardo!”, disse lo storno

Uno studio dimostra come gli uccelli cerchino lo sguardo del possibile predatore per capire se sono in pericolo oppure no.

Storni in fila

Anche se molto abusata, l'affermazione che “gli occhi sono lo specchio dell'anima”, sintetizza bene quanto da uno sguardo di una persona si riesca a capire molto; spesso si riesce anche a prevederne le azioni.

Non sono solo gli umani a pensarlo, ma anche gli storni, i piccoli uccelli scuri che siamo abituati a vedere nelle città. Una ricerca appena pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B e condotta dall'Università di Bristol, ha dimostrato come gli uccelli si tengano alla larga dal cibo se incrociano lo sguardo di un umano. Non è per timidezza, ma per il fatto che i predatori tendono a guardare la loro preda prima di attaccarla. Se invece la persona sta semplicemente vicino ma il suo sguardo è rivolto altrove, gli uccelli continuano a nutrirsi mangiando più in fretta e più cibo (un po' come succedeva nella scena di “Fantozzi contro tutti” quando il protagonista mangiava il più possibile prima che lo vedesse il dietologo).

“Questo è un interessante esempio di come gli animali possano percepire segnali sottilissimi, usandoli a loro vantaggio”, spiega Julia Carter, a capo dell'esperimento. Rispetto alla semplice presenza nelle vicinanze di un predatore e del rischio che ciò comporta, l'orientamento della testa del predatore e la direzione dello sguardo sono indicatori molto più sottili di pericolo, dal momento che molti di essi quando sono intenzionati ad attaccare orientano la testa e gli occhi verso la loro preda.

“Reagendo alla direzione dello sguardo, gli storni più arguti ottengono un notevole vantaggio competitivo sugli altri, meno osservatori”, aggiunge Carter. “Questo lavoro sottolinea l'importanza di considerare ogni minimo segnale che potrebbe essere usato dagli animali nell'iniziare un qualsiasi processo”.

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