Nel mondo si parlano più di 7000 lingue differenti. Una nuova mappa indica in quali regioni questa grande diversità linguistica è maggiormente a rischio.
La diversità linguistica è a rischio in ogni angolo del pianeta.
A lanciare l'allarme sono i dati emersi dalla mappa degli hotspot (punti caldi), ovvero le zone del mondo dove la diversità linguistica è maggiormente minacciata, realizzata all'interno del progetto Enduring Voices, sostenuto dalla società americana National Geographic Society.
La maggior parte degli studi di questo genere realizzati finora si sono limitati a tenere in considerazione solo il numero di lingue parlate in ciascuna area geografica.
In questi studi è emerso ad esempio che il Papua Nuova Guinea, dove si parlano più di 800 lingue, è lo stato con la maggiore diversità linguistica. Il continente africano invece racchiude al suo interno ben 2000 delle 7000 lingue parlate nel mondo.
Nessuna di queste zone figura però nella top five degli hotspots, ovvero la lista dei cinque punti caldi del mondo maggiormente a rischio di estinzione della diversità linguistica (clicca qui per vedere la mappa).
La mappa è stata realizzata da David Harrison dello Swarthmore College in Pennsylvania e Gregory Anderson del Living Tongues Institute for Endangered Languages di Salem, in Oregon, entrambi negli Stati Uniti.
I due ricercatori, invece di contare le lingue del mondo, hanno cercato di mettere in evidenza le regioni dove esiste una combinazione di vari fattori: la presenza di lingue che provengono da un grande numero di famiglie linguistiche diverse, l'elevato rischio di estinzione di alcune di queste lingue e le zone meno studiate dai linguisti.
I risultati hanno sopreso gli esperti: tra le zone maggiormente a rischio figura ad esempio l'Oklahoma, una regione che si trova a sud-ovest negli Stati Uniti, dove a essere minacciate sono le lingue native dei gruppi di indigeni che ancora sopravvivono.
Della top five fanno parte anche le regioni nel nord e nel centro dell'Australia, dove sono presenti 153 lingue che provengono da 62 gruppi linguistici diversi. Di queste lingue fa parte ad esempio il Yawuru, parlato da solo 3 persone nella città di Broome, una delle maggiormente a rischio.
La principale minaccia per le lingue di tutto il mondo arriva dalla presenza di alcune lingue dominanti, che mettono in secondo piano lingue parlate da popolazioni che per motivi storici sono rimaste isolate o in minoranza rispetto ad altre.
La minaccia di estinzione è così elevata che secondo i ricercatori la lista di hotspots potrebbe andare cambiando (e aumentando) velocemente.
La idea dello studio è stata ispirata da ricerche simili fatte per individuare le aree del mondo dove la biodiversità è maggiormente a rischio.
Questo tipo di mappe ha già dimostrato in passato di essere uno strumento efficace per sensibilizzare istituzioni pubbliche e cittadini all'importanza del problema.
La mappa di Harrison e Anderson sarà anche uno strumento importante per studiosi e linguisti, che concentreranno la propria attenzione sulle zone maggiormente minacciate.
Gli studiosi sperano che anche altri ricercatori contribuiranno allo studio e all'individuazione di nuovi hotspots, e allo studio delle lingue più minacciate.
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