Secondo uno studio recente l'innalzamento del livello del mare nei prossimi cento anni potrebbe essere maggiore di quanto previsto dall'IPCC
Una delle previsioni più drammatiche annunciate all'inizio di quest'anno dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), è stata che nei prossimi cento anni il livello dei mari potrebbe innalzarsi fino a 58 centimetri oltre quello attuale. Questo evento farebbe scomparire molte delle coste attualmente emerse, ma per quanto catastrofico, non sarebbe nulla se confrontato con quanto è accaduto 124.000 anni fa, nel periodo caldo fra le ultime due glaciazioni.
Un team internazionale di ricercatori ha infatti stimato che allora, in poche centinaia di anni, il livello marino ha superato di sei metri quello attuale. La cosa preoccupante è che la temperatura media dell'ultimo periodo interglaciale era di soli 2° superiore alla media mondiale di oggi, una stima che si avvicina di molto a quella dell'IPCC per i prossimi cento anni.
Il team ha ottenuto queste misure dall'analisi dei sedimenti ricchi di microfossili del Mar Rosso. Nei sedimenti è conservata una certa percentuale di isotopi dell'ossigeno che forniscono dati sull'intensità delle correnti e di altri fattori. Grazie alla datazione dei diversi strati di sedimento, gli scienziato hanno potuto ricostruire il flusso del mare, e quindi il suo livello, dall'Oceano Indiano verso il Mar Rosso, in diverse epoche.
I dati raccolti, pubblicati questa settimana in Nature Geoscience, dimostrano che 124.000 anni fa, come conseguenza del riscaldamento globale, i ghiacci polari si sono sciolti e il mare ha iniziato a innalzarsi alla sorprendente velocità di 1,6 metri ogni cento anni.
Secondo Eelco Rohling, geoscienziato a capo del gruppo di ricerca, questo studio “deve essere di avvertimento” per gli scienziati dell'IPCC, che potrebbero aver sottovalutato alcuni fattori
Altri scienziati però non sono d'accordo. William Thompson dell'Istituo oceanografico Woods Hole, in Massachusetts, ritiene che nonostante le indicazioni dell'IPCC possono essere “un po' troppo conservative” e che i dati sul Mar Rosso costituiscono un importante contributo “per capire l'andamento del livello marino nel passato”, restano comunque seri dubbi sulla validità del metodo utilizzato dal team.
Federica Sgorbissa
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