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Un nuovo punto di attrito fra scienza e politica è sorto in Croazia, dove le dichiarazioni del ministro della scienza e dell'educazione hanno sollevato scalpore nella comunità scientifica. Il ministro Dragan Primorac, di formazione medica, si è espresso più volte in passato a proposito delle caratteristiche etniche dei croati rispetto agli altri popoli slavi. Secondo Primorac, dal punto di vista razziale i croati sarebbero più simili ai popoli germanici e nordici che agli slavi. Le discusse affermazioni del ministro, riportate dalla rivista "Nature", prendono spunto da un articolo pubblicato su "Science" da un gruppo di ricercatori guidati da Ornella Semino, dell'Università di Pavia.
La stessa Semino però smentisce l'interpretazione di Primorac sottolineando che la Croazia ha un profilo genetico molto simile al resto dei Balcani. Gli stessi scienziati croati prendono le distanze: secondo Miroslav Radman, un genetista croato che lavora all'Istituto Necker di Parigi, "estrapolare dati da indizi sparsi è irresponsabile". Anche perché i Balcani ancora portano i segni delle ferite delle guerre civili e delle pulizie etniche degli anni Novanta.
Inoltre, in Croazia si teme che il ministro voglia incoraggiare l'insegnamento delle sue teorie nelle scuole: l'ipotesi è stata lanciata da un suo collaboratore, Vladimir Paar, dell'Università di Zagabria. Paar, in un'intervista al quotidiano "Jutarnji List", ha dichiarato che un nuovo progetto pilota, che riguarda per ora il 5% delle scuole croate, prevede lo studio della storia "su basi scientifiche". Paar ha anche sostenuto che "presto sarà confermato che i croati sono fra i popoli più antichi d'Europa e che hanno meno caratteristiche slave degli ungheresi". Paar e Primorac hanno smentito l'intenzione di inserire questi dati nei programmi scolastici, ma l'articolo su "Jutarnji List" è stato per gli scienziati croati la goccia che ha fatto traboccare il vaso: sono due anni che Primorac interviene alla televisione e sui giornali per sostenere le sue teorie etniche.
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