La nuova specie scoperta sull'isola indonesiana di Flores genera nuove polemiche fra gli scienziati.
Diventa sempre più infiammato il dibattito sull'Homo floresiensis, la nuova specie umana appartenente al gruppo dell'Homo erectus scoperta qualche mese fa sull'isola indonesiana di Flores.
I ricercatori che stanno cercando di confermare che si tratta di una nuova specie umana si lamentano infatti dell'impossibilità di esaminare i resti fossili direttamente. Una équipe dell'Università di Oxford che avrebbe dovuto esaminare il DNA delle ossa (risolvendo cosí definitivamente la questione) non ha potuto completare le proprie analisi proprio perché non ha avuto accesso ai campioni ritrovati.
Il tutto è successo perché uno scienziato molto influente, Teuku Jacob che insegna paleoantropologia all'Università giavanese Gajah Mada, prelevato le ossa dal National Research Center for Archaeology dell'isola e le ha restituite solo lo scorso 2 marzo, creando grande costernazione tra gli scienziati che le avrebbero voluto esaminare. Jacob è un convinto assertore dell'idea che parlare di una nuova specie sia sbagliato. Secondo lui, le ossa appartengono a un esemplare di Homo sapiens colpito da microcefalia, una malattia che rende il cranio più piccolo del normale.
L'attribuzione dell'Homo floresiensis all'Homo erectus o al sapiens è ancora fortemente in dubbio.
Alcuni studiosi sottolineano che c'è ben poco di sapiens nei resti ritrovati: solo lo spessore delle ossa del viso al di sotto degli occhi e i canini. Il ginocchio è più simile alle scimmie e la regione pelvica agli ominidi. Anche per quanto riguarda l'eventualità che si tratti di un esemplare malato (per via della testa non più grande di un pompelmo), il dibattito è ancora in corso. Secondo i dati raccolti fino a ora, è vissuto almeno 30 anni, rendendo di fatto improbabile che fosse colpito da qualche malattia.
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