Sottovalutato il ruolo degli incendi nel plasmare la distribuzione della vegetazione su scala mondiale.
Sono stati gli incendi a dare forma alla distribuzione della vegetazione su scala mondiale. La teoria è stata avanzata sulle pagine della rivista New Phytologist da un gruppo di ricercatori sudafricani e britannici, coordinati da Ian Woodward della University of Sheffield e William Bond della University of Cape Town.
Fino a oggi si pensava che fossero la temperatura di una determinata regione e le precipitazioni a determinare in gran parte l'estensione della vegetazione. Il nuovo studio avanza invece nuove ipotesi sull'influenza degli incendi. In un mondo libero da incendi, le foreste coprirebbero una estensione doppia rispetto alle praterie e alle savane. I ricercatori portano l'esempio di un'erba molto amante del caldo comparsa circa tra i 6 e gli 8 milioni di anni fa e diffusasi rapidamente in tutto il mondo. A quanto pare la sua diffusione fu influenzata in gran parte proprio dagli incendi.
Senza questi eventi, infatti, il 56 per cento della vegetazione mondiale sarebbe composto da foresta, contro il 26 per cento attuale. Le praterie e le savane tropicali si estenderebbero su metà della superficie coperta oggi e le praterie temperate e le zone coperte da arbusti mediterranei sarebbero ridotte di circa i due terzi.
"Il fuoco è sempre stato sottostimato nei suoi impatti sull'ecosistema globale" dicono i ricercatori, che sottolineano come fino a oggi siano pochi gli studi sul ruolo degli incendi nello sviluppo degli ecosistemi. Anche per questa carenza, nel 2000, le autorità ambientali americane hanno deciso di non estinguere ogni tipo di incendio che si verifica sui terreni demaniali, una decisione questa che però ha trovato molta resistenza da parte degli ambientalisti. "Se non lasciamo questi incendi svilupparsi tranquillamente - dicono gli studiosi - rischiamo di perdere molti ecosistemi".
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