Un esperimento svolto impiegando le onde radio potrebbe svelare cosa provoca l'accelerazione degli elettroni.
Onde nel campo elettrico della ionosfera potrebbero essere la causa delle aurore boreali, gli spettacolari fenomeni atmosferici delle latitudini settentrionali. Gli scienziati sanno già che le aurore boreali sono provocate dal movimento accelerato degli elettroni, ma ancora non è ben chiaro che cosa determini questa accelerazione. In un articolo pubblicato sulla rivista "Nature", Todd Pedersen dell'Air Force Research Laboratory della Hanscom Air Force Base, nel Massachusetts, e Elizabeth Gerken, un fisico atmosferico della Cornell University di Ithaca, New York, spiegano di aver cercato una risposta a questo mistero, usando le onde radio.
"In questo modo — dicono i ricercatori — abbiamo ottenuto delle macchioline verdi all'interno delle aurore boreali". Il risultato è stato ottenuto con un trasmettitore radio da 960 kilowatt che ha "sparato" le onde radio nell'aurora comparsa il 10 marzo 2004 in Alaska. "Non credevamo che si potessero ottenere degli effetti visibili, ma invece ce ne sono stati", spiegano i due ricercatori.
La ionosfera è ricca di elettroni che arrivano dal Sole. La gran parte di questi viene riflessa dal campo magnetico terrestre, ma qualche elettrone, attorno ai poli, "cavalca" le linee del campo magnetico. Variazioni nel campo elettrico attorno ai poli accelerano gli elettroni che si scontrano cosí con l'ossigeno e l'azoto dell'atmosfera, facendo brillare queste molecole e formando cosí le aurore boreali.
Secondo alcuni scienziati, l'accelerazione dipende dal campo elettrico, che in differenti strati dell'atmosfera agisce come se fossero due poli di una batteria. Pedersen e Gerken ritengono invece che le onde del campo elettrico fanno muovere su e giù gli elettroni aumentando la loro energia a ogni cambio di direzione. Le onde radio lanciate dai due ricercatori si sono comportate proprio cosí nel fare apparire le macchioline verdi nell'aurora boreale. Il problema è ora riuscire a ripetere questo effetto, anche in assenza dell'aurora boreale.
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