Una nuova scoperta potrebbe capovolgere le idee correnti sull'arrivo dei gas volatili nella atmosfera primordiale, grazie al confronto tra isotopi della crosta terrestre e delle meteoriti. Indiziato numero uno, il vento solare.
Acqua, idrogeno e i primi gas volatili che hanno arricchito l'atmosfera terrestre sarebbero stati "instillati" dal vento solare nella polvere e nelle rocce che successivamente avrebbero formato la superficie esterna del nostro pianeta. Lo sostengono Chris J. Ballentine e David W. Graham, rispettivamente dell'Università di Manchester, in Gran Bretagna, e della Oregon State University negli Stati Uniti, che hanno pubblicato il loro studio sull'ultimo numero di "Nature".
Nella loro ricerca, Ballentine e Graham hanno misurato il rapporto tra gli isotopi di neon e di elio del mantello terrestre, scavando in profondità al di sotto del New Mexico. Questo rapporto è risultato essere sorprendentemente molto simile a quello misurato nelle meteoriti. In questi casi, si ritiene che la composizione in isotopi dipenda dalle particelle di vento solare, responsabili dell'instillazione di ioni nelle rocce. Da qui la deduzione che anche sulla Terra sia successa una cosa simile. "La cosa notevole di questo studio — spiega David Graham — è che indica che l'agglomerazione della parte più esterna della Terra è stata dominata dall'aggregazione di corpi solidi fortemente irradiati dagli ioni solari".
In passato, altre ricerche hanno mostrato che i gas volatili del mantello profondo della Terra sono stati risucchiati dall'atmosfera primordiale negli oceani di magma fuso che erano presenti sulla superficie del pianeta prima del suo raffreddamento. Questo nuovo studio suggerisce invece che tra la porzione del mantello che forma di continuo la crosta oceanica al livello dei rift e le parti più profonde del mantello terrestre, da cui originano le isole basaltiche, gli scambi siano stati sempre molto limitati.
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