Un passaggio ravvicinato tra il Sole e un altro astro spiegherebbe l'orbita eccentrica di alcuni pianetini.
Il Sole 4 miliardi di anni fa potrebbe aver sfiorato un altro astro e catturato cosí dei corpi celesti, che si trovano agli estremi confini del nostro sistema. L'ipotesi è stata avanzata sulla rivista "Nature" da un gruppo di ricercatori guidati da Ben Bromley dell'University of Utah e da Scott Kenyon dello Smithsonian Astrophysical Observatory.
Secondo una simulazione condotta grazie al supercomputer del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena (California), gli scienziati hanno cercato di capire che cosa sarebbe potuto accadere al nostro Sole se avesse sfiorato un'altra stella a una distanza di circa 22-30 miliardi di chilometri, poche centinaia di milioni di anni dopo la formazione del nostro Sistema solare.
A quell'epoca, il Sistema solare non era altro che una nube di gas e polveri con i pianeti appena formati. Lo scontro avrebbe causato l'orbita molto prolungata di alcuni planetoidi, come quello di Sedna scoperto pochi mesi fa che parte dall'orbita di Nettuno per andare ai confini più estremi del Sistema solare.
Inoltre, lo scontro avrebbe creato un "orlo frastagliato" al Sistema solare, con la presenza appunto di oggetti dall'orbita molto eccentrica. Infine, c'è anche la possibilità che piccoli planetoidi, come appunto Sedna, possano essere stati catturati dal sistema solare dell'altro astro.
La simulazione offre per questo alcune orbite dove con maggiore probabilità si potrebbero trovare questi pianetini catturati. Ora la parola passa agli astronomi che dovrebbero cercare con maggiore attenzione tracce della loro presenza. I due scienziati pensano anche che ci possano essere migliaia di oggetti simili a Sedna nella regione oltre l'orbita di Nettuno. Tutti in orbite particolarmente eccentriche.
Una pianura boliviana di sale ha differenze in elevazione di poche decine di centimetri.
Un reattore atomico sarà la fonte di energia di una missione destinata a esplorare uno dei pianeti più lontani dal Sole.
Una ricerca italiana pubblicata da "Nature" potrebbe rivoluzionare le tecnologie legate all'ottica avanzata.
È la prima mappa genetica di un volatile e sarà di enorme importanza per la ricerca genetica e sanitaria.
Il telescopio spaziale è riuscito a scovare una galassia di età inferiore a 500 milioni di anni.
Dopo il picco della scorsa stagione, gli uragani dovrebbero essere di meno e meno intensi grazie a correnti aeree diverse.
Lo studio dei reperti fossili delle renne suggerisce che in Francia si estinsero quando le temperature si alzarono.
L'eccezionale ondata di calore che ha ucciso migliaia di persone in Europa è stata dovuta in gran parte alle emissioni di gas serra nell'atmosfera.
Individuato il gene che ha permesso alla pianta di evolversi nella sua forma attuale.
Pareri ottimisti e pessimisti si incrociano sul futuro degli idrocarburi.
La megafauna preistorica dell'America distrutta dai cambiamenti climatici, più che dalla caccia degli esseri umani.
Il nostro satellite è cosí ricco di elio 3 da poter soddisfare le necessità energetiche terrestri.
Se non si riesce a raggiungere l'accordo con il Giappone, la UE è disposta ad andare avanti da sola nella costruzione del reattore a fusione.
Si tengono in piedi e sono stabili, nonostante i forti venti, grazie alla presenza di acqua al loro interno.
Sono i becchi a dare loro le informazioni necessarie a trovare la strada di casa.
Nuova ipotesi sull'estinzione dei nostri cugini di 35 000 anni fa: furono sconfitti dalla nostra migliore capacità di comunicare.
Il database che raccoglie organismi che vanno dal plancton alle balene contiene ora oltre 5 milioni di voci.
È stato firmato il contratto che affida all'Alenia Spazio la costruzione di 6 moduli di trasferimento per l'ISS.
L'osservatorio spaziale Chandra scopre un buco nero all'interno di un quasar nato poco dopo il Big Bang.