L'eccezionale ondata di calore che ha ucciso migliaia di persone in Europa è stata dovuta in gran parte alle emissioni di gas serra nell'atmosfera.
La probabilità che si verifichi un'ondata di calore come quella che ha colpito l'Europa nel corso dell'estate 2003 è due volte più alta a causa dell'attività umana. Lo ha calcolato un gruppo di ricercatori dell'Hadley Centre for Climate Prediction and Research di Reading in Inghilterra in un articolo pubblicato sulla rivista "Nature".
Secondo il coordinatore dello studio, Peter Stott, le emissioni di gas serra nell'atmosfera hanno causato, almeno secondo le simulazioni al computer, un aumento medio delle temperature estive negli anni novanta in Europa di mezzo grado centigrado. Aumento che, sempre secondo le simulazioni, non ci sarebbe stato senza queste emissioni. I dati sono stati ottenuti esaminando l'andamento delle temperature a partire dal 1920 e portano alla conclusione che la probabilità di un'ondata di calore estiva è doppia rispetto al normale proprio a causa delle attività umane.
Secondo Christoph Schär, del Federal Institute of Technology di Zurigo in Svizzera, questo calcolo è stato possibile proprio grazie all'eccezionalità dell'evento, che ha permesso di individuarne le cause con maggiore chiarezza. Nessuno però pensava che un'opportunità del genere si presentasse cosí presto. In futuro, secondo il ricercatore svizzero, la potenza di calcolo dei computer e l'abbondanza di dati sulle simulazioni climatiche daranno la possibilità di individuare le cause di eventi climatici estremi a livello locale.
E i risultati di queste analisi potrebbero fornire una base documentata a certi tipi di azioni legali promossi da gruppi ambientalisti e autorità pubbliche contro gli inquinatori. Un esempio è quanto sta succedendo in America, dove otto Stati americani e la città di New York hanno citato in giudizio cinque aziende produttrici di elettricità, accusandole di causare il riscaldamento globale con le loro emissioni inquinanti. Intanto Stott si è lanciato in un'altra previsione: entro il 2040 più di metà delle estati europee saranno più calde di quella del 2003.
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