Individuato il gene che ha permesso alla pianta di evolversi nella sua forma attuale.
Una ricerca pubblicata sulla rivista "Nature" ha permesso di individuare il gene che dà al mais moderno le caratteristiche che lo contraddistinguono. E nello stesso tempo ha dimostrato come le antiche popolazioni della Mesoamerica abbiano consapevolmente selezionato le piante di mais selvatico fino a ottenere quelle con le caratteristiche desiderate.
La ricerca è stata condotta da Robert Schmidt dell'Università della California di San Diego e ha preso avvio da una varietà mutante di mais scoperta in America Meridionale negli anni venti dello scorso secolo. A quanto pare, il mais mutante non è in grado di produrre né fiori né ramificazioni nel fusto e da questo punto di vista assomiglia molto a un tipo di riso mutante. Sapendo quali caratteristiche genetiche rendevano tale il riso, i ricercatori sono andate a cercarle anche nel mais, individuando la sequenza genetica esatta che causa la mutazione.
Schmidt e i suoi colleghi sono cosí riusciti a individuare la versione mutata del gene, chiamata barren stalk1, e quella normale, dimostrando che regola il modo in cui il mais ramifica.
A questo punto, gli scienziati hanno confrontato questo gene con quello che si trova nella teosinte, una pianta erbacea messicana. Si è scoperto cosí che nella teosinte ci sono una dozzina di varianti del barren stalk1, mentre nel mais è presente solo una. L'idea è quindi che partendo dalla teosinte, gli antichi abitanti della Mesoamerica siano riusciti a selezionare la pianta con le caratteristiche volute, fino a ottenere il mais moderno. I motivi per cui la scelta cadde proprio su questo tipo di caratteristica sono però ancora tutti da scoprire. Forse, ipotizza Schmidt, perché meno ramificazioni e meno foglie sono controbilanciate da semi più grossi.
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