Il database che raccoglie organismi che vanno dal plancton alle balene contiene ora oltre 5 milioni di voci.
Sono oltre 13 000 le nuove specie marine censite dall'organizzazione per il censimento mondiale della vita marina (CoML) nell'ultimo anno. Lo ha reso noto la stessa organizzazione che ieri ha pubblicato il suo rapporto. Sono oltre 70 i paesi che partecipano al progetto. Dal 2000, anno in cui il censimento è iniziato, sono state già classificate 38 000 specie animali, il 20% di quelle già conosciute. Il database contiene circa 5 200 000 voci.
"Fino ad oggi, abbiamo appena scremato la superficie degli oceani — ha spiegato Frederick Grassle, dell'Università di Rutgers (New Jersey) e presidente del comitato scientifico del CoML — perché abbiamo esplorato appena il 5% dei mari. E anche se nel passato sono state fatte delle osservazioni, le forme di vita in essi contenute potrebbero non essere state già individuate". Sono infatti le nuove tecnologie e i metodi di analisi che stanno permettendo ai ricercatori di classificare e inventariare questa enorme quantità di nuove specie viventi. Soprattutto perché, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di forme di vita microscopiche.
Una delle mancanze più gravi del nuovo censimento è stata sicuramente l'assenza di personale destinato allo studio delle acque australiane e in generale in quelle dell'Oceano Pacifico meridionale. Secondo Ian Poiner, direttore dell'Australian Institute of Marine Science, "mancano conoscenze adeguate soprattutto al livello delle specie più piccole. Manca la comprensione da parte dell'Australia di possedere un grande territorio marittimo".
Un problema legato però a doppio filo con quello demografico. Rispetto all'estensione delle sue coste e dei suoi mari, l'Australia ha una bassissima densità di popolazione e una bassissima densità di scienziati.
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