Nuove tecniche hanno permesso di stabilire che l'ammasso stellare si trova a circa 133,8 parsec di distanza.
Un articolo pubblicato sulla rivista "Astronomy and Astrophysics" potrebbe finalmente risolvere un grande dibattito astronomico e cioè quello della distanza delle Pleiadi. Questo ammasso stellare è uno dei più famosi e brillanti, ma misurazioni condotte con il satellite Hipparcos nel 1989 avevano dimostrato che le distanze, calcolate per 50 delle sue stelle, erano diverse rispetto alle vecchie misurazioni, con errori di circa il 12%. I calcoli basati sui dati raccolti da Hipparcos indicavano infatti che la distanza dell'ammasso era di circa 118 parsec (1 parsec = 3,26 anni luce) o 385 anni luce dalla Terra e non di 132 parsec come indicato dalle precedenti misurazioni.
Il problema che si pose dopo Hipparcos era piuttosto angosciante per gli astronomi: se i calcoli della sonda erano giusti, allora i modelli di fisica stellare sui quali gli astronomi si erano basati per anni potevano essere sbagliati. Se invece a essere errati erano i calcoli ottenuti dal satellite, allora sarebbero sorti vari problemi nel calcolo delle distanze nell'Universo, perché la distanza di galassie molto lontane viene stabilita proprio sulla base di oggetti celesti più vicini e ben conosciuti, proprio come le Pleiadi.
Ora un team di ricercatori guidato da Susan Percival della John Moore University di Liverpool ha ricalcolato la distanza delle Pleiadi usando una versione aggiornata della tecnica nota come main sequence fitting, basata sul rapporto tra il colore di una stella e la sua luminosità assoluta. La tecnica è stata aggiornata usando la distanza calcolata da Hipparcos di altre stelle e tenendo conto della presenza di metalli pesanti nelle stelle, cosa che influenza il loro colore. Infine, il team ha ricalcolato la distanza in quattro differenti lunghezze d'onda (da quelle della luce visibile a quelle nell'infrarosso vicino) ottenendo un risultato pari a 133,8 parsec.
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