Presentata al mondo il Green New Deal, un progetto per salvare l'economia globale attraverso politiche eco-sostenibili.
Oggi, 22 ottobre, alle ore 13.00 circa si è conclusa a Londra la conferenza stampa di presentazione del progetto Global Green New Deal. L'iniziativa, promossa dalle Nazioni Unite, mira a rivitalizzare l'economia globale attraverso politiche ambientali più efficaci.
Il progetto si ispira al famoso New Deal, la strategia economica messa in atto dal Governo democratico americano durante la grande crisi del 1929, creando occupazione e rimettendo in moto la macchina finanziaria in rovina.
Questo New Deal “verde” mira a creare occupazione aiutando l'ambiente, dato che oltre all'emergenza economica stiamo vivendo anche un'emergenza ambientale che non può essere rinviata.
“Abbandonare il pacchetto di misure per ridurre le emissioni inquinanti sarebbe drammatico e irresponsabile”, ha dichiarato ieri alla Reuters il presidente francese Nicolas Sarkozy, che è anche presidente di turno dell'Unione europea.
È l'ennesima reazione sbalordita alle dichiarazioni del Governo Berlusconi, che segue a ruota quella di Stavros Dimas, commissario europeo all'Ambiente, che, riferendosi ai dati italiani ha dichiarato che “non so da dove vengono, ma non sono ciò che noi chiediamo". Oggi si dichiara molto preoccupato delle politiche italiane anche Achim Steiner, Sottosegretario generale delle Nazioni Unite e Direttore esecutivo dell'Unep.
La scorsa settimana, infatti, l'Italia ha opposto una dura resistenza nei confronti delle politiche comunitarie per combattere il riscaldamento globale, sostenendo che gli sforzi economici che il nostro paese dovrebbe sostenere per seguire le direttive europee sarebbero troppo onerosi.
Rivitalizzare l'economia globale ripensandola a favore degli investimenti in tecnologie e infrastrutture ecosostenibili per provocare un boom occupazionale è invece alla base Global Green New Deal promosso dall'United Nations Environment Programme (UNEP), il programma ambientale delle Nazioni Unite guidato proprio da economisti.
“Le crisi della finanza, dei carburanti e del cibo che hanno segnato il 2008 sono in parte il risultato di speculazioni e fallimenti nella condotta dei governi - spiega Achim Steiner - ma sono anche in parte dovute al fatto che i mercati hanno perso una grande quantità di «capitale naturale», ovvero di quei beni derivanti dall'uso di risorse naturali, riponendo fiducia incondizionata nei combustibili fossili, continuando a sostenerli”.
Ma quali sono i vantaggi di una nuova politica “verde”? Secondo Steiner avremmo solo da guadagnarci: i benefici economici, sociali e ambientali derivanti dalla lotta al cambiamento climatico e al reinvestimento nelle infrastrutture naturali saebbero enormi, da nuovi posti di lavoro a nuove tecnologie per energie pulite e imprese basate sull'agricoltura sostenibile.
“Le nuove idee devono essere discusse per essere trasformate in decisioni”, continua Steiner. “L'alternativa è un incremento dei cicli che hanno fallito: un mondo con un clima peggiore, il collasso dei mercati ittici, degli ecosistemi forestali e dell'utilizzo del suolo. Le risorse naturali, per una frazione del costo di quello sostenuto dall'utilizzo delle macchine, immagazzinano acqua, anidride carbonica e stabilizzano i suoli, sostengono le economie rurali e indigene”
Ci saranno a breve altri importanti appuntamenti per cercare di cambiare mentalità all'economia, incluso il summit dei G8+5 per discutere della crisi finanziaria e la prossima convention delle Nazioni Unite sul clima in dicembre.
Per un approfondimento ascolta la puntata della trasmissione radiofonica Che fine ha fatto Sedna online qui; ospite della trasmissione Gianni Silvetrini, direttore scientifico del Kyoto Club.
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