Più del freddo fece il caldo e l'asciutto: anche se la banca mondiale dei semi, inaugurata a tutela della biodiversità lo scorso 25 febbraio, è custodita nei ghiacci delle isole Svalbard, un metodo alternativo per conservare le sementi potrebbe essere quello di tenerle in particolari condizioni di caldo-asciutto, come è successo a un seme di dattero germinato recentemente dopo oltre due millenni.

Il seme in questione è stato trovato, insieme ad altri, nella fortezza di Masada, sulle rive del Mar Morto in Israele. Tre di questi semi recentemente sono stati piantati nel terreno e uno ha attecchito.

La pianta ora ha 26 mesi e gode di ottima salute. In realtà la datazione al carbonio dice che il seme da cui è nata la pianta ha “solo” 1750 anni, 250 in meno degli altri con cui è stato trovato, ma secondo Sarah Sallon del Centro di Ricerca sulla Medicina Naturale Louis L Borick di Gerusalemme, si tratta di un problema di contaminazione del materiale, che ha portato a una sottostima dell'anzianità del seme di circa 300 anni, che avrebbe dunque circa duemila anni d'età.

Prima di questo dattero la pianta nata dal seme più vecchio era un loto di 1300 anni, che però ha mostrato anormalità genetiche considerevoli.

Secondo Sallon, sono le straordinarie condizioni di caldo e secco del Mar Morto ad aver preservato l'esemplare.

Questa zona nell'antichità era particolarmente nota per la squisitezza di questi frutti, ma nel tempo tutte le piante sono andate perse. L'analisi genetica preliminare eseguita sulla palma dimostra che questi datteri antichi sono molto diversi da quelli moderni. Ora non resta che attendere i primi frutti e verificare.