I pianetodi nani che gravitano intorno al Sole al di là dell’orbita di Nettuno saranno d’ora in poi classificati col nome di plutoidi
Forse è un tentativo di chiedere scusa per l’ingiustizia commessa nei confronti dell’ex-pianeta Plutone, dal 2006 declassato a pianetoide. L’Unione Astronomica Internazionale (IAU) ha recentemente introdotto una nuova classificazione secondo la quale i pianetoidi nani che orbitano in gran parte al di fuori di Nettuno saranno classificati d’ora in poi come “plutoidi”, con evidente riferimento alla “cenerentola” del pianeta solare.
Per ora in questa classificazione rientrano solo lo stesso Plutone e Eris, un altro corpo celeste nelle vicinanze, ma presto la lista potrebbe crescere.
Non tutti hanno accolto favorevolmente la decisione della IAU. Secondo molti anzi si tratta di una risoluzione che non ha alcun peso.
“Credo che questa decisione sia un ulteriore passo in avanti per l’irrilevanza del IAU,” ha dichiarato causticamente Alan Stern della University Space Research Association del Maryland. “La IAU domani potrebbe anche annunciare che il cielo è verde, ma questo non cambierebbe il suo colore.”
“È un mondo libero,” ribatte Karel van der Hucht, segretario generale della IAU. “Noi non facciamo delle leggi. È una indicazione di lavoro, che può rendere le cose più semplici a chi fa ricerca in questo campo.”
Le obiezioni non sono solo di principio. Secondo alcuni infatti questa classificazione rende le cose più fumose. Un plutoide infatti è un pianeta nano, che orbita più lontano di Nettuno, a che deve avere anche una certa luminosità.
“È una definizione stramba,” ha spiegato Michael Brown del Caltech di Pasadena. “Oggetti della stessa grandezza possono esser plutoidi o no, a seconda di cosa ricopre la loro superficie.”
Se Plutone fosse coperto di polvere smetterebbe quindi di essere un plutoide.
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