Delle rocce calcaree potrebbero fermare le eruzioni vulcaniche
Potrebbe essere la chimica a salvare persone e case da una prossima eruzione vulcanica? Questa è la domanda che si pone Roelof Schuling della Geochem Research BV, nei Paesi Bassi, nel suo articolo apparso sull’ultimo numero dell’International Journal of Global Environmental Issues.
Secondo Schuling un approccio geochimico potrebbe essere la risposta più efficace per gestire le situazioni di emergenza nel caso di eruzioni laviche. Nel 1973 per esempio gli islandesi hanno riversato grandi volumi d’acqua marina sulle colate riuscendo a rallentarne il corso. Durante le eruzioni dell’Etna fra il 1991 e il 1993, la cittadina di Zafferana è stata salvata da un muro di terra che ha deviato il corso del fiume di lava.
Ora Schuling propone di usare rocce come la dolomite e il calcare per raffreddare rapidamente la lava: secondo lui infatti queste rocce reagiscono in maniera piuttosto marcata alla lava, a temperature fra i 1100-1200 gradi centigradi. La reazione chimica che ha luogo è fortemente endotermica e provoca perciò il raffreddamento del materiale incandescente. Questo processo lascia come materiali di scarto delle misture di ossido di calcio e magnesio – pirossiti e meliliti - e CO2.
Al prossimo evento eruttivo perciò si potrebbero lanciare nel fiume di lava grosse pietre calcaree o si potrebbe addirittura costruire, prima che si verifichi, una sorta di strada fatta di pietra dove incanalare il flusso.
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