Rappresenta il Salento ed è stata trovata vicino a Taranto due anni fa. Solo ora però la scoperta è stata confermata.
È un frammento nero di terracotta vetrificata che riporta il tacco della penisola italiana, cioè il Salento, la più antica mappa mai scoperta in Occidente. Risale al 500 avanti Cristo ed è nota come la Mappa di Soleto. Scoperta due anni fa durante uno scavo condotto dall'archeologo belga Thierry van Compernolle dell'Università di Montpellier, è stata tenuta segreta fino a oggi, nell'attesa che ulteriori ritrovamenti confermassero la scoperta. "Al momento - spiega van Compernolle - è la più antica mappa geografica dell'antichità classica che sia stata mai scoperta". La settimana scorsa la mappa è stata messa per la prima volta in mostra al museo archeologico nazionale di Taranto. Contiene iscrizioni in greco e nella lingua locale.
"La mappa è unica in un certo senso: rappresenta una linea costiera che inquadra la parte meridionale della penisola salentina (cioè la Iapigia) ed è possibile riconoscere i mari che la circondano, lo Ionio e l'Adriatico da linee parallele a zig zag", dice Mario Lombardo, professore di storia greca ed epigrafia all'Università di Lecce.
Sul lato occidentale della mappa si riconosce il nome greco di Taranto, Taras. Inoltre sono presenti altre 13 città, indicate sulla mappa con dei punti, come nelle mappe moderne. Molte di queste città esistono ancora: Otranto, Soleto, Ugento, e Santa Maria di Leuca.
Secondo Lombardo, la mappa è frutto di un lavoro combinato di più persone: alcuni nomi di città sono scritte in un modo molto regolare ed elegante, mentre altri sono scritti in modo più confuso. La scoperta evidenzia inoltre le relazioni culturali che probabilmente c'erano tra le tribù della Messapia (la Puglia dell'epoca) e la cultura greca classica. Si tratta comunque della prima prova evidente che i greci abbiano disegnato mappe di luoghi reali prima dei romani. Lo si sapeva da quanto letto nella letteratura greca, ma finora non era mai stata trovata una copia.
Il miglior amico dell'uomo ha circa 2 milioni e mezzo di differenze genetiche che poi determinano le varie razze canine.
In due giorni di meeting a Berlino, l'Agenzia spaziale europea ha approvato le nuove missioni.
Un rapporto dell'Unep segnala che il 13 per cento della terraferma è utilizzabile per costruire centrali eoliche.
Finora si pensava che vivesse solo in acqua. Ora una nuova ricerca svela che si muoveva anche sulla terraferma.
E quindi non sarebbero umane e neanche delle vere e proprie impronte. I risultati clamorosi arrivano da una nuova datazione.
In 50 anni ha perso il 30 per cento della propria forza: in vista inverni più freddi per l'Europa settentrionale.
Presentati anche i primi dati di Marsis: confermato il ghiaccio al Polo Nord, ma niente acqua allo stato liquido.
Sahel e Africa australe saranno colpite da siccità sempre più forti.
Uno studio pubblicato su "Geophysical Research Letters" svela una caratteristica finora poco nota delle tempeste tropicali.
La missione giapponese sembra aver raccolto frammenti della superficie dell'asteroide.
Ottenuta dal sito di Dome C in Antartide consente di andare indietro nel tempo di 650.000 anni.
Dati raccolti sulla costa del New Jersey confermano che l'innalzamento degli oceani dipende dalle attività umane.
Il metil bromide è vitale per l'agricoltura americana e potrebbe non essere completamente eliminato dal ciclo produttivo.
Sono allo studio gli eredi del Concorde. Ma c'è anche chi pensa al supersonico executive.
Uno studio genetico individua alcuni cambiamenti evolutivi chiave nello sviluppo della specie umana.
L'elemento è formato da materia e antimateria potrebbe ed è simile all'idrogeno.
A Roma si è discusso di un sistema di avvertimento per gli tsunami nell'Atlantico e nel Mare Nostrum.
Le fattezze del viso degli esseri umani hanno perso sempre di più le loro caratteristiche preistoriche.
Venuta alla luce 16 anni fa, il Dallasaurus turneri è risultato essere il progenitore della grande famiglia dei mosasauri.