Uno studio di due agenzie specializzate delle Nazioni Unite lancia l'allarme: stiamo sfruttando troppo le risorse terrestri.
Il 60% dei benefici che l'ecosistema porta alla nostra specie è ormai irrimediabilmente degradato o usato in modo assolutamente non sostenibile. Sono queste le conclusioni di uno studio intitolato Millennium Ecosystem Assessment pubblicato oggi da due agenzie delle Nazioni Unite, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e quella per l'agricoltura e l'alimentazione (FAO).
Redatto da oltre 1360 esperti di tutto il mondo con l'appoggio delle organizzazioni ambientaliste e in particolare del WWF il rapporto ha lo scopo di fare il punto sui cosiddetti obiettivi del millennio, cioè la strategia messa in piedi nel 2000 dall'ONU per portare ricchezza e salute ai paesi poveri. Le conclusioni del rapporto sono agghiaccianti: senza un modello di sviluppo sostenibile questi obiettivi non si potranno raggiungere, perché stiamo sprecando risorse vitali come l'acqua dolce, inquinando l'aria e distruggendo l'ecosistema a ritmi sempre più elevati.
Nelle 2500 pagine del rapporto, si legge anche la possibilità che l'impatto delle attività umane sull'ecosistema si traduca in un peggioramento della salute. Secondo gli esperti infatti, nei prossimi 50 anni è possibile che emergano malattie ancora sconosciute o aumenti il raggio di azione di malattie ben conosciute oggi ma non ancora debellate come la malaria e il colera.
Il rapporto dimostra inoltre che negli ultimi 50 anni gli esseri umani hanno modificato gli ecosistemi più rapidamente e profondamente che in qualsiasi altro periodo della storia umana. Ciò ha prodotto la più ampia e sostanziale perdita irreversibile di diversità della vita sulla terra. Il rapporto infine non offre piani di azione a breve termine per invertire questo tendenza, ma offre una prospettiva di lungo periodo su quello che può attendere l'umanità in futuro. È il risultato di uno sforzo da 21 milioni di dollari messo in piedi nel 2001 dalle Nazioni Unite.
Quattrocentocinquanta milioni di anni fa una potente esplosione spaziale avrebbe dato il via alla grande estinzione dell'Ordoviciano.
La ricostruzione al computer del suo cranio sembra dimostrare che si tratti dell'ominide più antico mai scoperto fino a oggi.
Un ingegnere australiano ha progettato centrali eoliche in grado di sfruttare una fonte di energia perenne: i venti della troposfera.
Il poeta fiorentino anticipò gli studi di Galileo e anche quelli di Einstein?
I primi bovini geneticamente modificati con un gene di un batterio sono frutto di una ricerca americana.
I calcoli di astronomi inglesi svelano che nei sistemi planetari scoperti fino a oggi potrebbero esistere pianeti rocciosi.
I fertilizzanti chimici portati dalle acque del Mississippi creano bolle anossiche nelle acque del Golfo del Messico.
Coperta di diamante, la retina artificiale è protetta dal liquido che copre l'occhio.
La Banca Mondiale ha disegnato una mappa particolareggiata dei paesi nei quali è più alto il rischio di disastri naturali.
Il gas a effetto serra continua ad accumularsi nell'atmosfera, anche se a ritmi più lenti.
L'età stimata fino a oggi sulla base dei crateri di impatto potrebbe essere sbagliata: molti crateri infatti sarebbero stati calcolati male.
Onde d'urto causate da scontri tra protogalassie potrebbero aver originato le prime stelle.
Frutto di una collaborazione internazionale, lo strumento scientifico sarà lanciato il prossimo giugno dalla base russa di Bajkonur.
L'errore è stato ammesso dalla multinazionale Syngenta che però sottolinea che non ci sono rischi per la salute umana.
Il riscaldamento globale spinge i volatili a cambiare rotta e questo genera una catena che influenza la biodiversità delle specie acquatiche.
Una colla naturale favorisce la grande diffusione della Caulerpa taxifolia che sta infestando le coste mediterranee.
I telescopi dell'ESO hanno individuato un gruppo di stelle con una massa 100 000 volte quella del nostro Sole.
Il telescopio Spitzer ha rilevato il calore emesso sotto forma di infrarossi da due lontani giganti gassosi.
Un successo i primi esperimenti della NASA per robot nanotecnologici.
Le paludi di acqua dolce più grandi del mondo potrebbero essere distrutte dall'espansione di campi, fattorie e città.
In dieci dimensioni il fluido di quark e gluoni sarebbe 400 volte meno viscoso dell'acqua.