I fertilizzanti chimici portati dalle acque del Mississippi creano bolle anossiche nelle acque del Golfo del Messico.
Lungo le coste del Golfo del Messico si formano delle zone morte nell'acqua che diventano sempre più frequenti. Secondo uno studio portato a termine da Lisa Osterman della Geological Survey americana di Reston in Virginia e pubblicato sulla rivista "Geology", la frequenza della comparsa di queste zone è aumentata nell'ultimo secolo a causa delle attività umane.
Le zone sono composte da acqua che nei periodi estivi diventa anossica, cioè priva di ossigeno. Il fenomeno è dovuto all'afflusso di sostanze nutrienti in eccesso (soprattutto concimi azotati) portati nel Golfo del Messico dalle acque del Mississippi. Le acque del fiume, più leggere di quelle salate del Golfo, formano uno strato superficiale che favorisce ampie fioriture di fitoplancton, i microrganismi vegetali marini. Una volta che questi organismi muoiono, vanno verso il fondo e decomponendosi consumano l'ossigeno dell'acqua a profondità maggiori, facendo morire di asfissia molti pesci e costringendo gli altri a scappare.
La gran parte degli scienziati ha sempre pensato che la causa principale della formazione delle zone morte fosse data dall'afflusso di fertilizzanti chimici. La Osterman ha elaborato un metodo per confermare questa credenza.
Ha preso dei campioni di fango costiero, li ha datati e vi ha cercato traccia dei foraminiferi, organismi che tollerano livelli di ossigeno molto bassi nelle acque. Il risultato è stato che in qualche caso anche nell'Ottocento, in particolare nel 1823, le acque del fiume portarono sufficienti quantità di nutrienti da causare le zone anossiche. Ma il processo risulta essere molto più evidente dal 1960 in poi, cioè da quando l'uso dei fertilizzanti chimici è diventato pratica comune nelle coltivazioni lungo il corso del grande fiume.
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