Coperta di diamante, la retina artificiale è protetta dal liquido che copre l'occhio.
Una retina artificiale per ridare la vista agli occhi dei ciechi. Ma ricoperta di diamante, per farla funzionare meglio. È stata sviluppata dalla Second Sight, una ditta di Sylmar, in California, insieme a una cooperativa di ricercatori e studenti universitari. La sua peculiarità è proprio la copertura adamantina, che protegge l'impianto dall'umor vitreo (il liquido che riempie l'occhio).
"È come se si buttasse un televisore in mare — spiega il presidente della Second Sight, Robert Greenberg per indicare uno degli ostacoli principali al buon funzionamento delle retine artificiali — e poi pretendessimo di farlo funzionare in modo normale". La necessità di proteggere l'impianto dai liquidi ha fatto sì che tutte le retine artificiali sviluppate finora fossero avvolte in una specie di confezione impermeabile, però molto ingombrante.
Così, la Second Sight ha pensato di sfruttare le caratteristiche del diamante, sviluppando uno speciale tipo di diamante ultrananocristallino con cui hanno prodotto una sottilissima pellicola resistente e elettricamente isolante. Con questa, hanno ricoperto la retina artificiale. E proprio la sua speciale struttura ha permesso di farlo a basse temperature, quindi senza danneggiare i circuiti microscopici contenuti nel chip. I grani di diamante sono spessi circa 5 milionesimi di millimetro.
Secondo gli esperti che si sono dedicati alla costruzione degli occhi bionici, la copertura di diamante è l'unica che finora soddisfa tutti i requisiti richiesti per il materiale con cui ricoprire il chip della retina. L'occhio bionico è stato già impiantato con successo in un coniglio. Il risultato dello studio è stato presentato al congresso dalla Materials Research Society a San Francisco, in California.
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