La missione del lander inglese destinato a scendere su Marte nel Natale scorso minata fin dall'inizio dalle scarse risorse. Lo dice un'inchiesta dell'Agenzia Spaziale Europea.
Il fallimento della discesa di Beagle 2 su Marte è stato causato da una cattiva gestione e dalla mancanza di fondi nelle fasi iniziali della missione.
Sono queste le conclusioni cui è giunta la commissione di inchiesta congiunta dell'Agenzia spaziale europea (Esa) e del Centro nazionale spaziale britannico, principale responsabile del progetto. Il rapporto è in gran parte rimasto segreto, su richiesta dei gruppi privati che hanno finanziato la missione, ma le raccomandazioni finali sono state pubblicate lunedì 24 maggio.
Secondo queste, la scarsa organizzazione e una certa impetuosità sono le chiavi necessarie a spiegare la perdita della sonda, destinata a scendere su Marte lo scorso Natale dopo essere stata sganciata dalla navetta europea Mars Express.
Anche se nel complesso tutta la missione di Beagle non fu "mal finanziata", fu la mancanza di fondi nelle prime fasi di progettazione del programma a determinarne il fallimento. Nel rapporto, l'Esa enuncia anche una serie — in tutto 19 — di raccomandazioni che dovrebbero essere prese per future missioni su Marte. Tra queste, il suggerimento che i futuri progetti siano finanziati esclusivamente con fondi pubblici e che l'Esa si assuma l'intera responsabilità della gestione. A quanto pare, infatti, una certa "fame di successo" esacerbata dai finanziatori privati avrebbe portato a una progettazione affrettata e a test di qualità meno rigorosi di quelli a cui era stata sottoposta la nave madre Mars Express.
Ancora nessuna informazione, invece, sui motivi tecnici specifici che potrebbe aver causato la perdita del lander. A questo proposito però si sottolinea come sia fondamentale che tutti prossimi lander vengano equipaggiati con appositi trasmettitori, un congegno che per fare spazio agli strumenti scientifici mancava su Beagle 2. Dubbi sono stati anche avanzati sul funzionamento degli airbag destinati a ammorbidire l'impatto della sonda sulla superficie marziana. Sembra che nei test iniziali non avessero funzionato al meglio.
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