Un modellino per capire come funziona la pioggia incessante che va avanti da miliardi di anni sulla luna di Saturno. Una pioggia di polimeri che potrebbe nascondere la chiave della vita, sottoforma di goccioline di fango spaziale.
Un gruppo di scienziati dell'Università dell'Arizona ha messo a punto un esperimento che ricostruirà una parte dell'ambiente di Titano, la luna di Saturno che sarà visitata nei prossimi mesi dalla sonda Cassini.
Gli scienziati hanno riprodotto in particolare la pioggia di polimeri che, secondo quanto si può dedurre dalle numerose osservazioni fatte finora con i telescopi, cade incessantemente sulla superficie della grande luna di Saturno. Si tratta di una pioggia che dura da miliardi e miliardi di anni, e che potrebbe rivelarsi il fattore chiave per la comparsa sulla superficie di Titano di composti organici e, quindi, della possibilità di nascita della vita.
I ricercatori del laboratorio di Mark A. Smith hanno riprodotto il composto che si condensa nell'atmosfera di Titano e hanno provato a bombardarlo con elettroni, come accade sulla luna di Saturno. Il risultato è stato la produzione di toline, sostanze organiche complesse di colore marrone simili a fango. Il nome di questi composti è stato dato da Carl Sagan e deriva dal termine greco "tholos", che significa proprio fango. Le toline si trovano su Titano al di sotto dell'atmosfera ricca di azoto e metano bombardata dai raggi ultravioletti del Sole e dal flusso di elettroni provenienti dal campo magnetico di Saturno.
Le toline si dissolvono producendo aminoacidi che costituiscono i mattoni fondamentali della vita: ma solo se si sciolgono in acqua. Nei laghi e negli oceani di Titano, invece, si troverebbero etano e metano. Tuttavia, precedenti studi hanno mostrato che è possibile che anche su Titano esista dell'acqua allo stato solido, che potrebbe sciogliersi durante le eruzioni vulcaniche. Si pensa, inoltre, che anche le collisioni con asteroidi e comete possano contribuire a portare acqua sulla luna di Saturno.
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